Quello che era un timore, si è trasformato in certezza: il misterioso virus partito dal mercato del pesce di Whuan, in Cina, si trasmette da uomo a uomo. L’hanno ammesso, messi con la spalle al muro dalle pressioni internazionali e dai sospetti di insabbiamento, gli esperti della “National Health Commission” cinese. Il coronavirus, che finora ha fatto quattro vittime, secondo alcune stime non confermate potrebbe aver già colpito quasi 2.000 persone contro i 217 casi ufficiali. La conferma delle autorità cinesi è arrivata attraverso le parole di Zhong Nanshan, capo del team di studiosi, che ha parlato due casi di trasmissione avvenuti nella provincia del Guangdong.
Immediata la reazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che attraverso il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha convocato per il 22 gennaio a Ginevra il comitato di emergenza per accertare se il caso rappresenti “un’emergenza di salute a livello internazionale e quali raccomandazioni assumere per fronteggiarla”.
La trasmissione al momento ancora limitata ha spinto i vertici dell’OMS a evitare restrizioni, confortata da una situazione che secondo gli esperti è sotto controllo.
Da ieri, all’aeroporto di Fiumicino, un cartello del ministero della sanità italiano invita a “rimandare i viaggi a Wuhan non necessari e di consultare il medico e vaccinarsi contro l’influenza almeno un paio di settimane prima del viaggio”.
L’allarme del coronavirus ha avuto ripercussioni anche in borsa: il timore di un’espansione e la fuga degli investitori ha costretto i mercati di Tokyo, Shangai, Shenzhen, Hong Kong, Seul e Mumbai a chiudere in forte ribasso.