Ancora una volta, il colosso americano farmaceutico “Johnson & Johnson”, finisce nella bufera. Dopo le accuse di aver scatenato la crisi degli oppiacei, culminati in un maxi risarcimento pari a 572 milioni di dollari, la multinazionale con sede nel New Jersey è stata letteralmente sommersa da 13mila fra denunce e cause legali da consumatori che si sono ammalati di cancro per aver utilizzato prodotti a base di talco. Ad accertare la presenza di amianto, una sostanza altamente cancerogena, è stata la “Food and Drug Administration”, con la conseguenza che la “J&J” ha immediatamente disposto il ritiro di 33mila confezioni di talco per bambini e neonati dal mercato.
L’azienda ha dichiarato che sta collaborando con l’agenzia governativa al fine di “determinare l’integrità dei campioni esaminati e la validità dei risultati dei test”, e ha avviato una “rigorosa indagine interna.
“La FDA ha evidenziato la presenza di livello sottotraccia di contaminazione da amianto crisotilo non superiore allo 0,00002%, nei campioni di un singolo falcone acquistato da un rivenditore online. Nonostante i bassi livelli riportato, è stato avviato il richiamo del lotto numero 22318RB da cui è stato prelevato il campione sottoposto a test”.
Sempre secondo l’azienda, negli anni i propri laboratori hanno sottoposto i prodotti a centinaia di test senza mai evidenziare la presenza di amianto.