Emanuela Petrillo, la 32enne assistente sanitaria trevigiana di 32 anni (nella foto) sospettata di aver finto di aver somministrato vaccinazioni ad alcuni bambini, prima nel distretto sanitario di Codroipo (Udine) dell'azienda sanitaria del Medio Friuli, e poi all'Usl 2 di Treviso va sotto processo il 24 settembre. Le prime udienze erano state sospese il 21 dicembre, in attesa della decisione della Corte di Cassazione - su richiesta della difesa che aveva presentato una istanza specifica - di rimessione del processo ad altro tribunale. Per la difesa, infatti, sussistevano «motivi di legittimo sospetto», per il «clamore mediatico senza precedenti» e per il «malcontento dei genitori» che, a giudizio dei difensori, avrebbero contribuito a creare un clima tale da «condizionare pesantemente le sorti del processo». Il ricorso è stato respinto ad aprile e il processo può essere celebrato a Udine. Si riparte dunque dall'udienza preliminare. Nel corso del processo si erano già costituite parte civile le due aziende sanitarie e le famiglie di alcuni bambini. Ma lei respinge tutte le accuseContinua a ribadirlo, difendendosi da tutti gli attacchi. Lei respinge le accuse: «Non sono contro i vaccini. A questa storia mancano tanti tasselli. Tante cose che devono essere chiarite. Io i bambini li ho vaccinati tutti e lo dico con forza alle mamme. Voglio verità come la vogliono loro...Ma quali bambini? Quando li avrei vaccinati? Di che lotto e partita si parla? E come sono stati fatti i test sierologici? Io tutti questi dati non li ho e quindi non riesco a spiegare perché abbiano dato questi risultati, non so nemmeno quali siano le colleghe che mi accusano, ma va detto che il clima lavorativo era un po’ teso, tanto che avevo chiesto di essere trasferita».