ll “Solar Orbiter” è partito da Cape Canaveral per una missione senza precedenti: dare uno sguardo ravvicinato e senza precedenti al Sole, la nostra stella più luminosa. La missione, collaborazione congiunta tra la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea, fornirà immagini dei due poli del sole utilizzando una serie di sofisticati strumenti: per gli scienziati, avere una comprensione visiva dei poli è importante perché può fornire una maggiore comprensione del potente campo magnetico del sole e di come influisce sulla Terra.
L’Orbiter impiegherà circa due anni per raggiungere l’orbita ellittica intorno al Sole. La missione segue la navicella spaziale “Ulysses”, un’altra collaborazione tra ESA e NASA, lanciata nel 1990 con lo stesso obiettivo: ha completato tre passaggi del sole terminando la missione nel 2009, ma la visione che ha offerto era assai limitata.
“Fino alla “Solar Orbiter”, tutti gli strumenti di imaging solare erano imprecisi, ora saremo in grado di guardare il sole dall’alto verso il basso - ha commentato Russell Howard, scienziato presso il “Naval Research Lab” di Washington – è una vera missione esplorativa”.
Solar Orbiter è dotato di dieci strumenti in grado di catturare in dettaglio la sua atmosfera, i due poli e il disco solare. Può anche misurare i campi magnetici e il vento solare, o il flusso energizzato di particelle emesse dal sole che raggiungono il nostro sistema.
La comprensione del campo magnetico del sole sono fondamentali perché contribuiscono al tempo atmosferico spaziale, che influisce sulla Terra interferendo con i sistemi in rete come il GPS, le comunicazioni e anche con le missioni della Stazione Spaziale Internazionale. Il campo magnetico del sole è così massiccio che si estende oltre Plutone, fornendo un percorso che permette al vento solare di viaggiare direttamente attraverso il sistema solare.
La missione funzionerà in tandem con la “Parker Solar Probe” della NASA, che attualmente è in orbita attorno al sole in una missione di sette anni, e ha appena completato il suo quarto avvicinamento ravvicinato alla stella. È stata lanciata nell'agosto del 2018 e arriverà a quattro milioni di miglia dal sole, la più vicina sonda spaziale mai volata dalla nostra stella.
Per la NASA, la sonda Parker sta “tracciando il flusso di energia che riscalda e accelera la corona solare e il vento solare, determinando la struttura e la dinamica del plasma e dei campi magnetici alle sorgenti del vento solare ed esplorando i meccanismi che accelerano e trasportano le particelle energetiche”.
Insieme, le due missioni possono aiutare a svelare i misteri del sole e fornire ai ricercatori una mole maggiore di dati. “Stiamo imparando molto con Parker, e l’aggiunta di Solar Orbiter non farà altro che portare ancora più conoscenza”, ha ammesso Teresa Nieves-Chinchilla, vice scienziato del progetto della NASA per la missione.
La missione di Solar Orbiter durerà sette anni e arriverà a 26 milioni di miglia dal sole: sarà in grado di sfidare il calore grazie ad uno scudo termico personalizzato in titanio rivestito di fosfato di calcio per sopportare temperature fino a 970 gradi Fahrenheit.
“In realtà, come si avvicina molto al sole, Solar Orbiter si allontana, quindi deve saper sopravvivere sia al caldo che al freddo estremo”.
Cinque degli strumenti di bordo sono posizionati dietro lo scudo termico e agiscono attraverso piccoli fori chiusi da portelli scorrevoli appositamente progettati per bloccare il calore. I quattro strumenti di bordo comprendono il rivelatore di particelle energetiche, il magnetometro, l’analizzatore di vento solare e uno strumento che analizza frequenza radio e onde al plasma.
Le osservazioni dei poli potrebbero spiegare perché il campo magnetico del sole cambia, alternandosi per un periodo di 11 anni. Quando il campo magnetico è attivo, produce macchie solari scure sulla superficie del sole, seguono periodi più tranquilli con meno attività.