La battaglia tra Facebook e l’autorità di regolamentazione dei dati del governo britannico sul caso “Cambridge Analytica” si è conclusa. Il colosso dei social ha accettato di pagare la sanzione di 500.000 sterline (645.000 dollari) imposta dall’UK Information Commissioner’s Office, che accusa l’azienda di non aver salvaguardato i dati sensibili degli utenti raccolti dalla società di consulenza politica fondata dall’ex stratega di Donald Trump Steve Bannon e da Robert Mercer. Tuttavia, Facebook non ammette alcuna responsabilità diretta.
L’accordo è stato raggiunto in queste ore, dopo che Facebook e il suo creatore, Mark Zuckerberg, hanno dovuto affrontare una spinosa inchiesta, scaturita quando Cambridge Analytica ha ottenuto i dati personali di ben 87 milioni di utenti del social più seguito. Facebook otterrà anche l’accesso ai documenti ottenuti dal governo britannico da Cambridge Analytica, che l’azienda utilizzerà per un’indagine interna.
In una dichiarazione, Harry Kinmonth, legale della piattaforma di Menlo Park, ha riferito che dopo lo scandalo, l’azienda ha apportato “grandi cambiamenti: proteggere le informazioni e la privacy dei suoi utenti è una priorità assoluta, e continuiamo a istituire nuovi controlli sempre più serrati per aiutare le persone a proteggere e gestire le loro informazioni private”..
James Dipple-Johnstone, Commissario delegato dell’ICO, , si è detto soddisfatto del risultato: “Siamo lieti di sentire che Facebook ha adottato e continuerà ad adottare misure significative per rispettare i principi fondamentali della protezione dei dati. È il principio fondamentale di ogni democrazia”.