L’antinatalismo è definito una posizione filosofica che si fonda su un aberrante principio: sovrappopolazione, carestie e sfruttamento delle risorse del pianeta potrebbero risolversi mettendo al mondo meno figli, o meglio ancora, estinguendosi. In pratica, meno siamo e meglio vivremo, e se di noi non ne restasse neanche uno, il pianeta ne godrebbe. Fra i gruppi più attivi spiccano il “Voluntary Human Exctinction Movement”, movimento che propone la pacifica estinzione umana volontaria come soluzione alla distruzione dell’ecosistema terrestre, e il “Population Matters”, autodefinito ente benefico che con un approccio leggermente più morbido si occupa di studiare soluzioni popolazione e sostenibilità ambientale. “Non siamo disadattati, misantropi e asociali che provano piacere ad ogni disastro, ma semplicemente gente che ha a cuore la vita sulla Terra”.
Il testo guida della filosofia di pensiero è “The Population Bomb”, scritto da Paul Ehrilch, ambientalista e biologo americano che ha dedicato buona parte dei suoi sforzi allo studio della sovrappopolazione. Sulla stessa linea, secondo alcuni studi, si concentravano le idee di pensatori illustri come Giacomo Leopardi, Arthur Schopenhauer e David Benatar.
Vedendo lo scempio del pianeta, sempre più irreversibile, gli antinatalisti hanno deciso di passare all’azione attraverso una raccolta firme che contano di recapitare quanto prima all’Onu insieme ad un dossier in cui calcoli alla mano si chiede di interrompere la pratica del parto in tutto il mondo. Finora hanno raccolto 27mila firme, pochine, ma non mollano: “L’obiettivo è l’armonia fra la razza umana e lo splendido pianeta che abitiamo - ha dichiarato uno dei portavoce di Population Matters – e l’unico modo è avere meno figli e diventare una specie vivente molto più sostenibile”. I loro calcoli si basano sulle cifre della popolazione terrestre, ma soprattutto sulle stime future: entro i prossimi 80 anni da queste parti sarà necessario fare spazio a 11 miliardi di persone che vanno sfamate, vestite, riscaldate e dissetate.
L’esempio più lampante di antinatalismo portato all’estremo è la vicenda di qualche mese fa, che ha avuto come protagonista un giovane 27enne indiano, talmente scontento della propria esistenza da trascinare i genitori in tribunale, accusandoli di averlo messo al mondo senza prima chiedergli il permesso.