Da qualche parte c’entra sempre il #MeToo, o comunque l’onda tellurica dello scandalo sessuale partito dalle colline di Hollywood per atterrare ovunque ci fossero un uomo e delle donne intorno a lui. Gli effetti della propagazione hanno obbligato tutti a dimostrare: a) che le violenze non saranno accettate, b) che ci battiamo per l’inclusione.
Detto, fatto. Nelle file delle bellezze che concorreranno per la prossima corona di “Miss America” c’è anche Rachel Slawson, 25 anni, Miss Utah: una ragazzona cresciuta ad hamburger e milkshake, alta, mora, formosa e bellissima, come da capitolato per poter sperare nella fascia. Ma soprattutto, la prima aspirante miss dichiaratamente bisex nella lunga storia di Miss America.
Lo scorso anno, Rachel è salita in passerella per ben cinque volte conquistando la fascia di più bella dello Utah, che sarà anche lo stato dei mormoni, ma non dei bacchettoni. E apertamente, senza imbarazzi o pregiudizi, davanti alla giuria ha parlato della propria bisessualità, per una volta tralasciando il solito copione delle aspiranti miss: sono qui per caso, vorrei la pace nel mondo, non faccio nessuna dieta, anzi.
“Dopo tanti anni passati a fingere di essere qualcun altro, ho scoperto essere se stessi funziona”, ha confidato Rachel ai microfoni della CNN. Anche prima di essere incoronata, la Slawson non si era tirata indietro da discorsi difficili: su Instagram ha condiviso il disturbo bipolare di cui soffre, un tentativo di suicidio a 19 anni e la lotta per accettare la propria omosessualità. Il suo passato è parte del motivo per cui ha scelto la consapevolezza della salute mentale e la prevenzione del suicidio come priorità del proprio impegno. Lo Utah in proposito ha un triste primato: è al quinto posto in tutta l’America per il tasso di suicidi fra i giovani LGBTQ+, particolarmente vulnerabili alla depressione.
Raggiante, Rachel ha definito la sua partecipazione a Miss America come “un fatto monumentale” per i membri della comunità LGBTQ+ dello Utah: “Rappresenta una vittoria della nostra comunità, che attraversa un momento di profonda difficoltà”. E in effetti, è una conquista sociale non da poco: fino a poco tempo fa i concorsi escludevano d’ufficio i concorrenti gay: Miss Universo ha vietato alle partecipanti transgender di competere fino al 2012 e solo nel 2018 Angela Ponce, Miss Spagna, è diventata la prima concorrente trans. L’anno successivo, Swe Zin Htet è stata la prima ragazza gay in gara a Miss Universo: rappresentava il Myanmar, paese dove l’omosessualità è tutt’ora illegale. “Miss Universo si batterà sempre perché le donne siano orgogliose di ciò che sono”, disse all’epoca Paula Shugart, presidente della “Miss Universo Organization”.
La data di Miss USA non è stata ancora annunciata, ma Rachel Slawson ha un’agenda fitta di impegni: deve visitare scuole e aziende locali per discutere della prevenzione dei suicidi. “I concorsi di bellezza hanno il fascino della perfezione fisica, e non credo che questo sia cambiato: penso solo che le definizioni di bellezza e perfezione si stiano espandendo”.