Senza una frattura al piedi che gli ha impedito di fare il calciatore non sarebbe diventato attore, e senza l’incontro con Pedro Almodovar non avrebbe raggiunto il successo. Ma senza l’infarto del gennaio 2017, non avrebbe capito l’importanza della vita. L’esistenza di Antonio Banderas, classe 1960 da Madeira, Spagna, è un insieme di fortunate casualità. Appassionato di teatro, a 19 anni si trasferisce a Madrid per tentare la carriera di modello, anche se per campare gli tocca servire ai tavoli di un ristorante. Debutta nel cinema nel 1982 in “Labirinto di passioni” del suo amico Almodovar, che lo rivuole cinque anni dopo in “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Banderas entra nell’elenco degli uomini più belli e desiderati del mondo, ma per avere anche la celebrità bisogna aspettare il 1998, quando Hollywood gli affida il ruolo di Zorro al fianco di Catherine Zeta-Jones.
Anche la sua vita privata segue come un’ombra la carriera: sposato con l’attrice Ana Leza, divorzia nel 1995 e due anni dopo porta sull’altare Melanie Griffith, che lo rende padre di Stella. Nel 2014, quasi un record per la gente di Hollywood, la storia finisce. Dall’anno successivo è legato a Nicole Kimpel, una consulente finanziaria.
Ma qualcosa nella vita di Banderas è cambiato: a 59 anni ha messo da parte una carriera con 82 film, ma soprattutto una sensazione nuova, di quelle che sembrano sempre destinate solo agli altri: un attacco di cuore. Da tempo soffriva di aritmia, e il 26 gennaio 2017 è arrivato il conto: lo operano due volte impiantandogli tre “stents” nelle coronarie. Ha avuto paura, al punto da confessare qualche settimana dopo che “l’infarto è stato un paletto dopo 37 anni di lavoro da cui non riuscivo a smettere mai”. Poi ha parlato di nuovi progetti, di idee su cui era al lavoro.
Ma non era vero, o meglio, lo era, ma non faceva più lo stesso effetto. Proprio in queste ore, ospite del “Toronto Film Festival” dove ha presentato “The Laudromat”, il film interpretato al fianco di Gary Oldman ospite anche a Venezia, Antonio Banderas ha raccontato in un’intervista a “Leggo” una decisione che gli è maturata dentro pian piano, fino a diventare definitiva. “L’infarto mi ha cambiato più di quanto avessi ammesso, e ho capito che Hollywood non fa per me: ho trovato un modo più romantico e incosciente di usare i miei risparmi”.
Tornerà nella sua Spagna e ai palcoscenici, due affetti da cui è stato fin troppo distante, per dirigere il “Teatro del Soho Caixabank” che ha acquistato di Malaga, dove tutto è iniziato 59 anni fa. “Il teatro è l’amore della mia vita. È come una donna che ho trascurato per troppo tempo e adesso mi reclama”.