Michael J. Fox è noto per la risolutezza nel mostrare sempre il suo sorriso, anche se la vita il destino gli ha diviso nettamente in due l’esistenza: prima, quando era uno degli attori più promettenti di Hollywood, e dopo, quando tutto si è trasformato in una lunga e sfibrante battaglia contro la malattia che si è presa tutto il resto, a cominciare dalla carriera.
Michael, l’amatissimo Marty McFly della saga di “Ritorno al Futuro”, ha rilasciato un’intervista al settimanale americano “People”, in cui ha raccontato il devastante incontro con il Parkinson di 22 anni fa. La conseguenza immediata, ricorda, fu la difficoltà di imparare i copioni per la graduale e velocissima perdita di memoria. Michael ha stretto i denti recitando ancora in “Spin City” e “The Good Wife”, poi si è dovuto arrendere di fronte all’evidenza di non farcela più.
A 59 anni, Michael J. Fox rivela che malgrado l’inguaribile ottimismo che lo ha sempre accompagnato, ha avuto un “momento buio” lo ha lasciato incapace di trovare quel “lato positivo” che fino ad allora cercava ostinatamente di trovare in ogni cosa.
Il peggio è arrivato nel 2018, dopo un intervento per rimuovere un tumore alla colonna vertebrale, seguito da una brutta caduta in cui si è fratturato seriamente un braccio. Entrambi non erano collegati alla sua battaglia contro il Parkinson: erano alrtri dispetti del destino.
“Quando mi è stato scoperto il tumore non avevo altra scelta che l’intervento: i medici erano stati chiari, senza operazione mi sarei avviato verso la paralisi. Il tumore costringeva il midollo spinale: hanno dovuto fare molta attenzione a rimuoverlo per non causare ulteriori danni”.
Dopo l’intervento, Michael ha dovuto attendere quattro mesi per riacquistare la capacità di camminare, ma mentre si trovava nella sua casa di New York per girare un cameo in un film di Spike Lee, è caduto rompendosi un braccio in modo molto serio.
“Quello è stato uno dei momenti più bui della mia vita: ho perso il controllo. Ero appoggiato al muro della mia cucina in attesa che arrivasse l’ambulanza, e mi sentivo finito, vinto, inutile. Ho rimesso tutto in discussione, perché malgrado mi sforzassi, non riuscivo a trovare il lato positivo. La verità mi è arrivata poco dopo: non c’è più un lato positivo, ci sono solo rimpianti e dolore”.
Michael non si nasconde, sa di avere l’ottimismo di un uomo di 60 anni malato: “In questo momento la mia vita è tranquilla, so che quasi nessuno mi crede, ma io amo la vita anche così com’è diventata, amo stare con la mia famiglia”. Al suo fianco Tracy Pollan, sposata nel 1988 da cui ha avuto quattro figli: Sam, 31 anni, i gemelli Aquinnah e Schuyler, 25 anni, ed Esme, 19 anni.
La star, a breve pubblicherà negli Stati Uniti il libro di memorie “No Time Like The Future” in cui riflette sulla malattia, la famiglia, gli amici e la morte. È il suo quarto libro, forse il meno autobiografico: “Ciò che è eccitante per me è che questo libro è più introspettivo. Mi sono posto quelle domande che tutti prima o poi ci siamo fatti nella vita: chi sono? Dove sono? Dove sto andando? Io penso di averlo capito”.