Infedeltà patrimoniale: è questo il capo d’accusa con cui la Procura di Bologna ha citato in giudizio Michele Torpedine, uno dei noti manager musicali italiani. L’inchiesta era partita da una denuncia presentata nel 2015 da Antonio Cappuccio e Tiziana Zambelli, avvocati di Tony Renis che intendo costituirsi come parte civile per ottenere risarcimento al danno. Torpedine e Renis erano soci della “Rentor”, la società che gestiva l’attività de “Il Volo”, il trio formato da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble. Un fenomeno artistico che ha portato i giovani artisti ad essere i primi italiani messi sotto contratto dalla “Geffen Records”, colosso della discografia americana controllata dalla “Universal Music Group”.
La Guardia di Finanza avrebbe concentrato le proprie attenzioni su un contratto risalente al 2014, quando Torpedine firma un contratto con la “Family srl” che ha fatto perdere i diritti di esclusiva sull’attività e dei compensi relativi al trio.
Gaetano Insolera, avvocato di Torpedine, si dice fiducioso nella magistratura per mettere fine alla vicenda e accertare che “è da escludere qualsiasi responsabilità ai danni di Torpedine”.
Michele Torpedine, 67 anni, inizia la sua carriera musicale come batterista, ma negli anni Ottanta crea a Bologna un’agenzia che cura l’immagine di alcuni grandi artisti italiani. Come produttore porta - e a volte riporta - al successo Luca Carboni, Zucchero, Gino Paoli, Fabrizio De André, Pino Daniele, Andrea Bocelli, Giorgia e Biagio Antonacci. È lui ad occuparsi delle prime due edizioni del “Pavarotti & Friends”, come di occuparsi di duetti fra artisti italiani e grandi voci straniere come Barbra Streisand, Joe Cocker, Miles Davis, Eric Clapton e Ray Charles.
Il Volo, trio creato nel 2009, durante la seconda edizione del talent per bambini “Ti lascio una canzone”, diventa un fenomeno mondiale: i tre ragazzi fanno incetta di premi e i loro tour fanno il tutto esaurito ovunque.
La prima udienza è fissata per il 22 gennaio: secondo l’articolo 2634 del codice civile, il reato di infedeltà patrimoniale può essere punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.