Di Germano Longo
Se nasci a Monaco, il principato delle fiabe dei Grimaldi, hai un po’ la strada segnata: o ti appassioni di mare e barche, oppure di Formula 1. A Charles Leclerc è andata così: classe 1997, a 8 anni inizia a vincere su qualsiasi sedile lo siedano, dai kart alle monoposto di Formula 3. È un predestinato, uno di quei piloti di cui Enzo Ferrari sarebbe andato pazzo: la faccia tranquilla, da bravo ragazzo che ogni settimana va a fare visita alla nonna, ma una iena quando abbassa la visiera del casco e scatta l’interruttore che per fare quel mestiere devi avere dentro, per forza. Ma non è tutta discesa, il destino regala e chiede in cambio: nel 2015 se ne va Jules Franchi, nizzardo, coetaneo a amico fraterno di Charles, quello con cui tutto era iniziato sulla pista di Brignoles. Due anni dopo tocca a papà Hervé, ex pilota di Formula 3 negli anni Ottanta da grande diventato imprenditore, che malgrado gli impegni non si perdeva mai una gara sui kart del suo ragazzo indemoniato: aveva 54 anni, e si sta perdendo il meglio.Leclerc entra a Maranello nel 2016 dalla porta di servizio, alla “Ferrari Driver Academy” che a volte, ma non sempre, è il vivaio di chi promette bene. Charles non delude, guadagnandosi prima il ruolo di collaudatore, quindi quello di titolare: l’11 settembre dello scorso anno, la Ferrari annuncia di avergli affidato il posto lasciato vacante da Kimi Raikkonen, con il compito di affiancare Sebastian Vettel, la prima guida. Fra i due corrono 10 anni e quattro titoli di campione del mondo: per gli esperti non c’è storia, il ragazzo ha stoffa, ma deve ancora mangiare pane e asfalto. Però qualcosa non torna: è la prima volta dal 2006, quando a 24 anni, Felipe Massa aveva infranto il record del pilota più giovane della storia Ferrari.
I risultati sembrano dare ragione a chi dice ha talento, ma gli serve tempo. Leclerc finisce quinto in Australia, al debutto in F1, ma in Bahrein, dove sale sul gradino più basso del podio, qualcosa inizia a tornare: a 21 anni e 165 giorni è il più giovane pilota di sempre a conquistare una pole position. Chiude al quinto posto in Cina, Azerbaigian e Spagna, mentre è costretto al ritiro a Monaco, sulle strade di casa. Di nuovo terzo in Canada e Francia, è secondo in Austria e nuovamente terzo in Gran Bretagna. Finalmente arriva il Belgio, circuito di Spa-Francorchamps, dove Leclerc si lascia dietro tutti, da Vettel a Hamilton. Una settimana, roba freschissima, della scorsa domenica, ed è tempo di Monza, 14esima prova del mondiale 2019: Charles domina tutto, le due prove del venerdì, quella del sabato mattina e il Gran Premio di domenica. Ancora una volta dietro di lui c’è Hamilton, e questa volta Bottas, l’altro pilota Mercedes. Per gli appassionati non c’è più dubbio: il vento è cambiato, e dopo anni di fame arretrata per la Ferrari sta tornando il tempo di fare posto nelle bacheche dei premi.
Un ‘paso doble’ che basta per appannare la stella di Sebastian Vettel, che invece di reagire alla vittoria di Spa del compagno di scuderia, rimettendo ordine alle gerarchie, a Monza ha pasticciato quanto più non avrebbe potuto, finendo tredicesimo.
Ma Charles non si scompone, e neanche cavalca il risveglio dei tifosi in rosso: esulta sul podio, salta come non ci fosse un domani e sprizza entusiasmo, poi torna un ragazzo di 21 anni che non vede l’ora di riabbracciare la sua Giada, una ragazza napoletana che da quattro anni è quella che di Charles aveva previsto tutto quando ancora tutti gli altri dicevano è bravo ma giovane, gli serve tempo.