Ci sono cose che fanno male al ciclismo, come il doping, e altre che potenzialmente rischiano di minarne la credibilità. È un po’ questo, il succo del comunicato ufficiale con cui la “Bristish Cycling”, la federazione ciclistica inglese, ha revocato la licenza ad una squadra che già dal nome lasciava intuire parecchio: i “Porn Pedallers Cycling Club”. Una formazione nata nel 2016 composta attori, attrici e lavoratori del mondo del porno. L’accusa che ha fatto scattare l’anatema è la violazione dell’articolo 1.1.089, che parla di “danneggiamento all’immagine della federazione e della disciplina sportiva”.
La reazione dei porno-ciclisti non si è fatta attendere. Chris Ratcliff, fondatore del gruppo, organizzatore di incontri di “bare knuckle boxing” (pugilato a mani nude) e CEO di “Television X”, canale pay-per-view destinato ad un pubblico adulto, non le ha mandate a dire: “Sappiamo bene chi siamo e cosa facciamo, e ne siamo orgogliosi. Abbiamo sempre operato nel rispetto di tutti, evitando di esporci in situazioni non appropriate e mantenendo sempre un profilo adeguato. La reazione della federazione è spropositata e non tiene neanche conto della nostre campagne per combattere Aids e Hiv”. Attori e attrici si sono accodati, ricordando attraverso i social che “Il ciclismo è per tutti e di tutti, ma non per quelli come noi”.
Lo scorso anno, la PPCC ha preso parte alla “Prudential Ride London-Surrey 100”, e gli atleti sono stati accolti ovunque da un enorme calore di pubblico.