“Siamo furiosi, e non riusciamo a esprimere con forza sufficiente quanto prendiamo seriamente questo gesto di odio. Abbiamo aperto un’indagine e faremo tutto il possibile per identificare i responsabili ed espellerli: non c’è spazio per il razzismo all’interno della Nascar”. Il comunicato stampa del comitato che organizza il celebre campionato automobilistico americano è su tutte le furie. Non potrebbe essere altrimenti, da quando “Bubba”, nome d’arte di Darrell Wallace, 26 anni, l’unico pilota professionista afroamericano del campionato, nei box si è trovato un cappio ad attenderlo, come ai tempi dei “cavalieri bianchi” del Ku Klux Klan. Immediata la reazione compatta della Nascar, che ha sporto denuncia alle autorità per “crimine d’odio”.
La colpa di Bubba, essersi schierato al fianco delle proteste che stanno infiammando gli Stati Uniti dalla morte di George Floyd, chiedendo all’organizzazione di vietare le bandiere confederate sudiste nel corso delle gare Nascar. Per tutta risposta, un piccolo aereo da turismo che trainava una bandiera confederata con la scritta “tagliate i fondi alla Nascar”, ha sorvolato la pista di Talladega, in Alabama, prima tappa del Superspeedway.
Nelle scorse ore, commentando l’accaduto, Bubba Wallace si è detto rattristato di fronte a simili gesti razzisti, ma più convinto che mai nel continuare a lottare.