ALBERTO C. FERRO
Ancora morti in montagna. Un alpinista irlandese è morto sull'Everest mentre cercava di scalare la vetta più alta del mondo dalla parte tibetana, secondo gli organizzatori della spedizione. "E' con grande tristezza che dobbiamo confermare che Kevin Hynes di Galway, Irlanda, uno dei membri del nostro team dell'Everest, è deceduto", hanno dichiarato in un comunicato i responsabili della spedizione di cui faceva parte. La notizia, l’ennesima, la riporta il Katmandu Times. "Kevin è stato uno degli scalatori più forti ed esperti del nostro team e in precedenza aveva scalato l'Everest South e il Lhotse", ha aggiunto. Molto spesso recuperare i corpi degli alpinisti morti è molto difficile e vengono lasciati dove hanno esalato l'ultimo respiro.
Kevin aveva raggiunto il Campo III a 8.300 m mercoledì scorso. "Ieri, mentre i nostri scalatori in vetta si stavano dirigendo verso l'alto, Kevin ha iniziato la sua discesa. Era accompagnato da una guida esperta, Dawa Sangee, che ha scalato l'Everest South due volte, l'Everest North e il Makalu due volte", ha detto. Kevin è morto nella sua tenda al Colle Nord a 7.000 m nelle prime ore (ora nepalese) questa mattina, ha aggiunto. "La sua meravigliosa moglie, Bernadette e i due figli, Erin e James, sono confortati da tutte le comunicazioni che Kevin ha inviato dalla sua spedizione, facendo loro sapere che l’ascesa è stata probabilmente la più bella che avesse mai vissuto durante le sue spedizioni. Si sta cercando di riportare il suo corpo al campo base, hanno detto gli ufficiali.
Altri due alpinisti morti, un uomo e una donna, sull’Everest forse perché costretti a lunghe attese per le code di aspiranti conquistatori della vetta costringendo centinaia di alpinisti a passare ore fermi in attesa al gelo prima di poter proseguire. Donald Lynn Cash, cittadino USA di 54 anni, e Anjali Kulkarni, 53 anni, sono morti durante la discesa, dopo aver passato ore in fila a più di ottomila metri, appena entrato“zona della morte”, dove ogni sforzo richiede un enorme dispendio di energie. Segue Kalpana Das, morto durante la discesa.
L’Everest, la montagna più alta del mondo (8848 mt), è invasa ogni ogni anno da centinaia di alpinisti, che - attraverso costosi tour operator - vogliono tentare la scalata con l’aiuto degli sherpa locali. Questo è un periodo considerato favorevole alle ascensioni ma l’imprevisto, i repentini cambi di tempo, è sempre in agguato.lÈ quello che ha causato la morte di Cash e Kulkarni. Mercoledì c’è stata una finestra di bel tempo quasi senza precedenti, e per giunta quasi al termine della stagione delle scalate. In 250 hanno provato a scalare l’Everest: sono arrivati in cima in 200, stabilendo il nuovo record di ascensioni in un giorno. Kulkarni aveva passato ore in coda è morta stremata nelle prima parte della discesa.. Cash è morto un collasso appena raggiunto ala cima. collassato non appena arrivato in cima. Morti anche due noti alpinisti indiani, Biplab Baidya e Kuntal Karar, i in discesa dalla vetta del Kanchenjunga (8538) , uccisi dalla mancanza di ossigeno. Njrmal Purja con gli sherpa Mingma David e Gesman Tamang avevano dato le loro bombole d’ossigeno ai due indiani, sopra campo 4, per poi aiutarli a scendere di quota ma erano troppo provati per il maldi montagna, l’ipotermia e cecità da neve. Morto pochi giorni fa anche un altro esperto climber, l’alpinista cileno Rodrigo Vivanco, in discesa anche lui dalla vetta del Kanchenjunga, che aveva raggiunto in tempi al limite del possibile, nel tardo pomeriggio. Un ritardo che gli è stato fatale. Una squadra di sherpa si è già attivata da campo 4 per tentare di recuperare il corpo, impresa spesso impossibile. Il tragico bollettino - per ora - si chiude con altri due alpinisti indiani e un alpinista tedesco in gravi condizioni colpiti da ipotermia e congelamenti. Si sta cercando di recuperarli con due squadre Diu soccorso.