In America non si parla d’altro che dell’agghiacciante vicenda della famiglia Hangud, inghiottita dalla follia improvvisa e violenta di Shankar, marito e padre di tre figli.
È la dinamica ad essere sconvolgente, come la trama di un film dell’orrore: per motivi ancora sconosciuti e inspiegabili, il 7 ottobre scorso Shankar Hangud, 53 anni, ha ucciso la moglie Jyothi, 46 anni, e due dei suoi figli, Gauri e Nischal, di 16 e 13 anni, nell’abitazione di famiglia, a Sacramento, in California. Poi ha preso la sua macchina ed è partito: cinque giorni dopo arriva nella contea di Siskiyou, al confine con l’Oregon, dove incontra Varum, 20 anni, il più grande dei suoi figli: uccide anche lui, carica il corpo nel bagagliaio e riparte. Guida per 300 km, puntando dritto verso Mount Shasta, nel nord della California: parcheggia l’auto davanti alla stazione di polizia, entra e racconta tutto agli agenti, che poco dopo trovano nel bagagliaio dell’auto il corpo del ragazzo. A confermare il racconto anche la perquisizione nell’abitazione di famiglia, dove - come raccontato da Shankar - la polizia trova i corpi senza vita della moglie e dei due figli più piccoli.
Come se si fosse svegliato da uno stato di tranche, qualche ora dopo l’uomo tenta di ritrattare, dichiarandosi innocente. Ma per la polizia la prima confessione, volontaria e spontanea, è la verità di una vicenda che al momento non sembra avere spiegazioni. Shankar Hangud non è un delinquente incallito, ma un tranquillo padre di famiglia e gran lavoratore: sul suo conto soltanto una multa per eccesso di velocità e un debito con l’erario per quasi 200mila dollari.