Potrebbe essere stata l’ultima volta su un palco da presidente, il comizio di Trump a Dalton, in Georgia, lo Stato ancora in bilico che aspetta i risultati del ballottaggio per decidere se il controllo delle due camere sarà democratico o repubblicano.
Incurante dell’audio appena diffuso, in cui minaccia velatamente di ritorsioni Brad Raffensperger, segretario di Stato della Georgia, Trump aizza la sua gente: “I Dem non si prenderanno la Casa Bianca, lotteremo come dannati: vogliono rubare la presidenza, non lasciate che rubino anche il vostro Stato”.
Subito dopo l’esortazione ai senatori repubblicani di non certificare la vittoria di Biden prevista per domani: “Spero che Mike Pence sia pronto a spendersi per noi, se non lo facesse, non mi piacerebbe più averlo accanto”.
L’importanza del voto in Georgia è certificato dal fiume di denaro speso in vista dei ballottaggi: 500 milioni di dollari totali, 271 per i repubblicani, 218 per i dem. Le proiezioni danno un vero testa a testa fra David Purdue e Kelly Loeffler per il GOP, Jon Ossoff e Raphael Warnock per i dem. Una corsa sul filo di lana che è lo specchio di quanto successo durante l’Election Day, in cui Biden è riuscito a strappare uno stato tradizionalmente repubblicano per meno di 12mila voti. Esattamente quelli che Trump ha chiesto al telefono di recuperare al segretario di Stato.
Sul fronte della vicenda, diversi deputati americani hanno chiesto al direttore dell’FBI Christopher Wray di aprire un’indagine, e Raffensperger avrebbe fatto lo stesso.
Joe Biden ha scelto Atlanta per chiudere la campagna elettorale in Georgia. Con il consueto tono pacato ha parlato di “Un nuovo anno e un giorno per gli Stati Uniti. Abbiamo bisogno del vostro voto, la posta in gioco è alta”. Non sono mancati gli affondi verso il rivale, accusato di una campagna di vaccinazione “vergognosa”.
“Non capisco per quale motivo Trump voglia continuare a fare il presidente se è chiaro che non ha alcuna voglia di fare il lavoro”.