“O Trump o sarà guerra”, “Se non sai sparare impara”, “Prenderemo d’assalto gli edifici governativi, uccideremo i poliziotti, uccideremo le guardie di sicurezza, uccideremo gli impiegati e gli agenti federali e chiederemo il riconteggio dei voti”.
Nelle settimane, nei giorni e nelle ore che hanno preceduto l’assedio di mercoledì al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump, i segnali sui social c’erano tutti: i post sempre più minacciosi di gruppi suprematisti bianchi e di estrema destra erano incessanti. Nei sei giorni precedenti, ad esempio, si contavano 1.480 post di “QAnon” che facevano riferimento a quanto stava per accadere, più altri che incitavano alla guerra civile.
E ora, mentre l’America tenta di dare un senso ad una violenza insensata costata cinque vite, gli esperti informatici avvertono che gli appelli alla violenza si stanno nuovamente intensificando in vista dell’Inauguration Day, quando Joe Biden presterà giuramento come 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America.
“Stiamo monitorando i messaggi di diversi gruppi, che si sentono parecchio incoraggiati dai disordini provocati - commenta Jonathan Greenblatt, l’a.d. della “Anti-Defamation League” - ci sono forti segnali che l’ondata di violenza possa peggiorare”.
Il caos di mercoledì - scoppiato nel tentativo di dissuadere il Congresso dal certificare la vittoria di Biden - ha mostrato la perdita di controllo e l’improvvisa rottura del legame che per quattro anni aveva tenuto insieme Trump, i suoi sostenitori e la leadership repubblicana.
Dopo che i rivoltosi hanno dato l’assalto a Capitol Hill, distrutto finestre e fatto irruzione nell’edificio più sacro della democrazia americana, Trump ha lanciato un tiepido appello per chiedere di fermare le violenze, ma sembra aver avuto poco effetto sulle frange di estrema destra.
“Trump presterà giuramento per un secondo mandato il 20 gennaio – tuonava il giorno dopo l’assedio una voce su thedonald.win, un forum online pro-Trump - non dobbiamo permettere che i comunisti vincano. Anche se saremo costretti a radere al suolo Washington, ci riprenderemo il nostro Paese”.
John Scott-Railton, un ricercatore senior del “Citizen Lab”, un gruppo dell’Università di Toronto specializzato in sicurezza informatica, si dice “terribilmente preoccupato” per il giorno dell’insediamento di Biden: “buona parte dell’America è rimasta sconcertata dai fatti del Campidoglio, ma in alcuni ambienti di estrema destra, ciò che è successo è visto come un clamoroso successo”.
Diverse organizzazioni che monitorano l’estremismo online avevano lanciato avvertimenti che nessuno ha preso in considerazione. Il 4 gennaio, la “ADL” ha pubblicato un lungo post sul blog che descriveva in dettaglio le minacce: “In risposta a un utente che si chiedeva cosa sarebbe successo se il Congresso avesse ignorato le “prove” che Trump era il vincitore delle elezioni, si leggeva: “Semplice, mettiamo a ferro e fuoco la capitale”.
Sempre il 4 gennaio, un’analisi della società di sicurezza “G4S” dichiarava che “l’attuale retorica suggerisce che tra il 6 gennaio e il giorno dell’inaugurazione ci saranno episodi violenti di gruppi di miliziani armati”.
“La parte sorprendente è il motivo per cui la polizia è stata molto meno aggressiva di quanto sia abituata ad essere - commenta Jonathan Wood, direttore dell’analisi dei rischi per l’agenzia londinese “Control Risks” - molti analisti sono rimasti sorpresi dalla mancanza di un apparato di sicurezza efficace e dalla mancanza di una solida risposta delle forze dell’ordine”. Secondo il parere di molti esperti, l’edificio del Campidoglio è apparso come privo di un’adeguata fortificazione: “Chi si avvicinava a Capitol Hill vedeva un adeguato livello di barriere fisiche o di cartelli che dicono di non oltrepassare questa linea? No. Nei video che circolano si vedono porte che cedono e finestre andare in frantumi, e viene da chiedersi com’è possibile che non fossero blindate?”.
La polizia insiste sull’effetto sorpresa: nessuno aveva il sospetto di ciò che stava per accadere. “Non c’erano informazioni che suggerissero la possibilità di una violazione del Campidoglio”, si è giustificato Robert Contee, capo della polizia di Washington. Steven A. Sund, capo della Polizia del Campidoglio che il giorno successivo all’assedio ha presentato le proprie dimissioni travolto dalle critiche per la mancanza di preparazione degli agenti, in una dichiarazione ha detto che “il dipartimento aveva un solido piano per affrontare le attività previste dal Primo Emendamento. Ma non fatevi illusioni: queste rivolte sono frutto di organizzazioni criminali di stampo paramilitare”.
Per quanto riguarda la sicurezza nel Giorno dell’Inaugurazione, i Servizi Segreti assicurano di aver pianificato da lungo tempo ogni possibile dettaglio. “L’insediamento del Presidente degli Stati Uniti è un passaggio fondamentale della nostra democrazia. La sicurezza e l’incolumità di tutti coloro che partecipano cerimonia è prioritaria”.
Ad alimentare lo sgomento alcuni video che circolano in rete in cui negli stessi istanti dell’assalto al Campidoglio, Trump osservava sui monitor quanto stava accadendo ballando allegramente con la figlia Ivanka e Kimberly, la fidanzata del figlio, al suono di “Gloria” di Umberto Tozzi.