A quasi 18 anni dalla tragedia dell’11 settembre 2001, il devastante attentato che ha raso al suolo le “Twin Tower” di New York, i resti di un’altra vittima sono stati identificati. Si tratta della vittima numero 1.643, e se quei resti hanno un nome si deve all’instancabile lavoro dei patologi forensi del “New York City Medical Examiner”, che dai giorni immediatamente successivi all’attentato non hanno mai smesso di cercare di dare un nome al poco che restava di un mare di persone. Finora sono riusciti a identificare 2.753 persone segnalate come scomparse negli attacchi terroristici al World Trade Center.
L’uomo - il cui nome non è stato comunicato - è il primo dal luglio 2018 e la sua identità è stata confermata attraverso la comparazione del DNA. L’ultima vittima a cui l’equipe medica era riuscita a dare un nome era stato Scott Michael Johnson, operatore finanziario di 26 anni che lavorava all’86esimo piano della Torre Sud.
All’appello, a quasi 20 anni di distanza dal giorno che ha cambiato la storia del mondo, mancano ancora 1.110 vittime, il 40% del numero totale delle vittime.
Fra coloro che sono morti durante gli attacchi e i successivi crolli delle torri, 343 vittime appartenevano al corpo dei vigili del fuoco di New York City, 23 erano agenti di polizia e 37 della Port Authority. Le vittime avevano un’età compresa tra i 2 e gli 85 anni e per il 75-80% erano uomini. L’11 settembre del 2001 resta ancora oggi l’attacco più letale sul territorio americano da quello di Pearl Harbor del 1941.