Patrick Crusius, il killer che ha ucciso 22 persone nel centro commerciale di El Paso, era un giovane problematico che in passato era stato vittima di pesanti atti di bullismo. Lo rivela un ex compagno di classe che ha vissuto da vicino i tormenti del giovane, vedendo Crusius trasformarsi in una persona solitaria e complicata, che aveva scelto di presentarsi in classe indossando un lungo trench, quasi volesse nascondersi. Altri compagni di classe lo hanno descritto come un tipo “strano e secchione” che preferiva frequentare i bianchi, evitando la gente di colore e gli ispanici. Ma quasi tutti concordano: prima di diventare una delle vittime preferite dai bulli della scuola, “era una persona perfino dolce e gentile. Ha iniziato a diventare sempre più depresso durante l’ultimo anno, quando gli episodi di bullismo che era costretto a subire sono diventati incessanti. Quella scuola è sempre stato un luogo tossico: diversi bambini si sono suicidati e numerosi insegnanti hanno fatto sesso con gli studenti: bullismo e aggressioni erano la pura normalità”.
In effetti è emerso che mel 2017, l’anno in cui Crusius si è diplomato, tre studenti si sono tolti la vita, mentre uno degli insegnanti della scuola, Alaina Ferguson, 25 anni, è stata arrestata dopo aver ammesso di aver fatto sesso con uno studente sedicenne su una panchina del campus.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia di El Paso, Crusius ha guidato per 11 ore da Allen, la sua città natale, prima di perdersi. È finito in un Walmart perché aveva fame: si ritiene che abbia mangiato uno spuntino prima di iniziare il massacro.
Crusius, che è stato arrestato dai poliziotti sul luogo dell’attentato e ora rischia la pena di morte, non ha mostrato alcun rimorso, ma pare sia tutt’ora in uno stato confusionale: “Ha offerto volontariamente la maggior parte delle prove che siamo in grado di utilizzare. Fondamentalmente sembra essere in uno stato di shock e profonda confusione”. Non si rende neanche conto che per lui è stata richiesta la pena di morte.