Sono un semplice contorno al piatto forte, certo, ma la lettera firmata da 700 fra giuristi, esperti e studiosi di leggi americane non gioca a favore di Trump, nei giorni caldi dell’impeachment. I 700 saggi/esperti concordano sulla necessità di mettere in stato di accusa il presidente, esortando i deputati a votare perché l’iter vada avanti senza intoppi, e il più velocemente possibile.
“La condotta illegale del presidente tesa ad ostacolare l’attività della Camera, che nel pieno dei suoi diritti cercava di raccogliere documenti e testimonianze sulle attività del governo, dimostra uno sfacciato disprezzo per la democrazia - si legge nel documento firmato dal gruppo “Protect Democracy” – è una falsa dottrina quella utilizzata dal presidente per giustificare l’ostruzione sostenendo che il suo esecutivo gode di immunità assoluta. Un’affermazione che non va tollerata, perché trasformerebbe il presidente in un monarca assoluto al di sopra della legge”.
Sul fronte dell’indagine, ieri Chuck Schumer, leader Dem al Senato, ha richiesto la deposizione dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, del capo dello staff presidenziale Mick Mulvaney, del consigliere Robert Blair e del funzionario dell’ufficio bilancio Michael Duffey. Un poker d’assi per cui era già stata richiesta la testimonianza, ma che tutti e quattro avevano disertato su ordine della Casa Bianca. Schumer si è anche detto fiducioso che il processo a Donald Trump possa iniziare il 6 gennaio prossimo.