La decisione di non ammettere nuovi testimoni accelera la conclusione dell’impeachment, che entro la prossima settimana potrebbe chiudersi come secondo previsioni, con l’assoluzione di Donald Trump.
Ma questo nulla toglie all’aria nefasta che continua a circondare il Senato e l’intero processo su cui si basa la messa in stato d’accusa: nelle scorse ore, l’amministrazione ha rivelato di aver messo il sigillo “top secret” ad una serie di email che probabilmente dimostrerebbero ancora una volta il presunto congelamento degli aiuti promessi all’Ucraina in cambio di un’inchiesta giudiziaria sui Biden. La notizia, rilasciata verso la mezzanotte di venerdì (ora americana), è il primo riconoscimento ufficiale da parte dell’amministrazione Trump dell’esistenza di un fitto carteggio con le autorità ucraine e del preciso piano del Presidente sulla gestione degli aiuti, ma soprattutto il suo diretto coinvolgimento nella questione. Le email sono state secretate con l’obiettivo, ampliamente raggiunto, di tenerle nascoste al Congresso nel corso delle indagini.
Ufficialmente, la decisione di blindare con il segreto di Stato le comunicazioni nasce poiché esprimono “pareri del Presidente, del Vice Presidente o dei consulenti riguardo alle decisioni sulla portata, la durata e lo scopo della sospensione dell’assistenza economica all’Ucraina”.
Il leader Dem del Senato, Chuck Schumer, ha tuonato contro i colleghi: “Ogni singolo senatore repubblicano ha votato per sostenere l’insabbiamento da parte della Casa Bianca di documenti potenzialmente importanti che rivelano la verità. Vi chiedo di non fare errori, perché alla fine la verità verrà fuori e i repubblicani dovranno rispondere del perché sono stati così determinati a permettere al presidente di nascondere ogni cosa”.
È una nuova dose di curaro sulle presunto bugie e manipolazioni di cui Trump sarebbe maestro, che arriva qualche giorno di distanza dallo stop imposto dalla Casa Bianca alla pubblicazione del libro scandalo di John Bolton, ex consigliere la sicurezza nazionale con il dente avvelenato, poiché contiene informazioni “non divulgabili che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza del Paese”.