La cercavano interrottamente dal 23 aprile scorso, quando Marlen Ochoa-Lopez, una ragazza di 19 anni incinta al nono mese, era scomparsa dalla sua casa alla periferia di Chicago: appelli, foto segnaletiche e invito a chiunque avesse notizie a farsi avanti.
L’ultima volta, Marlen era stata vista uscire dal liceo “Latino Youth High School”: doveva andare a prendere all’asilo il bimbo di tre anni. A mettere sulle traccia giusta la polizia è stato un amico della ragazza, che ha raccontato l’appello lanciato da Marlen sulla pagina “Help a sister out”, un gruppo di ragazze madri su Facebook: aveva raccontato di essere in difficoltà economiche e cercava qualcuno disposto a donarle o prestarle un passeggino doppio, per il bimbo in arrivo e l’altro. A risponderle era stata Clarisa Figueroa, una donna di 46 anni che l’aveva invitata a casa sua a Scottsdale, in Arizona, assicurando di avere abiti e accessori che non usava più, ed era pronta a donarle ogni cosa. Da quel momento, di Marlen si era persa ogni traccia e la famiglia aveva sporto denuncia per scomparsa.
Un caso che ha tenuto con il fiato sospeso l’America per settimane, concluso qualche ora fa nel peggiore dei modi: il corpo di Marlen Ochoa-Lopez è stato ritrovato in un bidone per la spazzatura nel giardino di casa della donna, a Scottsdale. La giovane è stata strangolata “con un cavo” e una volta morta le è stato strappato il bambino dal grembo. Indizi sufficienti alla polizia per collegare un’altra telefonata, giunta al 911 dalla zona di Scottsdale, dove la 46enne ha chiamato i soccorsi per chiedere aiuto dopo aver partorito in casa da sola. Qualche ora dopo, la donna ha addirittura creato una campagna di raccolta fondi per pagare le spese “del suo bambino”, gravemente malato e destinato a vivere solo pochi giorni. È bastato un’analisi del Dna per capire che quello era il figlio di Marlen Ochoa-Lopez e suo marito Yovani: il bimbo è ricoverato in condizioni gravissime, ha subito danni cerebrali molto gravi e i medici disperano di riuscire a salvarlo.
Insieme alla donna, sono state fermate almeno sette persone, ha svelato Anthony Guglielmi, portavoce della polizia di Chicago che non ha però voluto fornire ulteriori dettagli sulla vicenda. Fra le persone in stato di fermo, tutte accusate di aver preso in qualche modo parte all’omicidio, la figlia 24enne della donna, Desiree, che ha ammesso di aver preso parte al piano.