Dorian, il mostro dal nome gentile, si muove lentamente e continua a crescere: ha raggiunto la potenza di categoria 5, la più alta possibile, quella che significa morte e distruzione. “È il più grande e il più forte che abbiamo visto in decenni”, ha commentato Trump in un tweet. Hli esperti gli danno ragione: Dorian è secondo solo allo spaventoso “Allen” dell’agosto del 1980, uno degli uragani più potenti della storia che seminò il panico ai fra i tropici e il golfo del Messico uccidendo 269 persone e lasciandosi alle spalle una scia di danni per 1,57 miliardi di dollari. E potrebbe superare il “Labor Day Hurricane” del 1935, un evento catastrofico che con una furia inaspettata rase al suolo le isole Keys mietendo 423 vittime.
In queste ore Dorian ha appena devastato la Great Abaco, arcipelago a nord di Miami, e picchia con forza su Grand Bahama, 90 km al largo della Florida, con venti che superano i 320 km/h e scoperchiano le case, e onde altissime che martellano con forza inaudita la costa, sollevando immense nuvole d’acqua per trasformare ogni strada in un fiume. “Pregate per noi”, ha scritto il premier dell’arcipelago Hobert Minnis in un tweet.
Ha deciso di sfiorare la Florida, scegliendo di puntare verso la Georgia e le due Caroline, dove il governatore Henry McMaster ha ordinato l’evacuazione forza un milione di abitanti dell’intera costa. Scuole, uffici e aeroporti chiusi anche a Miami e in tutta la Florida, mentre il “National Hurricane Center” continua a martellare la popolazione con un solo messaggio: “cercate immediatamente riparo”.