Chikaodinaka Nwankpa, 57 anni, stimatissimo professore ed ex preside del Dipartimento di Ingegneria della “Drexel University” di Philadelphia, dovrà rispondere davanti al procuratore della giustizia di appropriazione indebita e furto di denaro destinato a sovvenzionare ricerche e laboratori universitari.
In realtà, come il professore abbia speso 185mila dollari sembra cosa nota: strip-club, ristoranti di lusso, locali per adulti e addirittura iTunes, la piattaforma da cui è possibile acquistare e scaricare brani musicali. “Il signor Nwankpa ha dirottato in modo inappropriato decine di migliaia di dollari stanziati per la ricerca per uso privato. Ha tradito la Drexel University e gli studenti che pagano le tasse scolastiche”, ha tuonato il procuratore distrettuale Larry Krasner.
Le spese folli e disinvolte di Nwankpa sono state notate quando un controllo incrociato ha rivelato decine di acquisti non autorizzati e “senza ricevuta” avvenuti tra il 2010 e il 2017: il professore ha tentato di far passare le spese dello strip club alla voce prevista per il rimborso dei pasti. Nella realtà ha speso più di 96.000 dollari fra locali per adulti e bar sportivi, oltre a oltre 89.000 dollari per acquisti su iTunes, cene in ristoranti di lusso e altri acquisti non autorizzati: molte delle spese sono state elaborate tra la mezzanotte e le 2 del mattino. Nwankpa è stato messo in congedo poco dopo l’inizio dell’indagine, per poi dimettersi.
La Drexel University ha pagato 190.000 dollari in un accordo a seguito di un’indagine federale separata sul presunto uso improprio dei fondi della borsa di studio dell’ex professore, che avrebbe restituito all’ateneo 53.328 dollari.
Nwankpa è stato arrestato dalla polizia universitaria e rilasciato su cauzione di 25.000 dollari all’inizio di questa settimana. Ha consegnato il suo passaporto ed è prevista un’udienza preliminare il 29 gennaio. Secondo Niki Gianakaris, legale dell’ateneo: “La Drexel prende molto seriamente le accuse di condotta non etica o illegale da parte di qualsiasi membro della comunità universitaria. L’Università ha inizialmente segnalato la situazione all’ufficio del Procuratore e ha collaborato attivamente nelle indagini federali e statali”.