È l’FBI a lanciare l’allarme che l’America temeva: si registrano in tutto il Paese segnali di possibili “ proteste armate” in tutte le 50 capitali dello Stato e a Washington nei giorni precedenti al 20 gennaio, data del giuramento di Joe Biden.
La notizia arriva con l’intensificarsi delle misure di sicurezza in vista dell’Inauguration Day, con le forze dell'ordine federali, statali e locali che si preparano alla possibilità di ulteriori violenze dopo che la scorsa settimana i rivoltosi hanno preso d’assalto il Campidoglio causando la morte di cinque persone.
Anche se la polizia continua a rintracciare e arrestare i sospetti dell’attacco della scorsa settimana, il bollettino sottolinea la preoccupazione che l’assedio al Campidoglio sia stato forse solo l’inizio di azioni potenzialmente violente da parte dei sostenitori di Trump, resi feroci dai suoi appelli di elezioni rubate. “Proteste armate sono in programma in tutte le 50 capitali dello Stato dal 16 al 20 gennaio”, si legge nel dispaccio dell’FBI, secondo cui la “rivolta” potrebbe scoppiare se Trump fosse rimosso attraverso il 25esimo emendamento prima del giorno dell’insediamento di Biden.
“L’FBI ha raccolto informazioni su un gruppo identificato che chiedeva ad altri di unirsi per ‘prendere d’assalto’ i tribunali e gli edifici amministrativi nel caso in cui il Presidente in carica sia rimosso”. Gli agenti federali indagano anche su diverse segnalazioni che lancerebbero “minacce verso il presidente eletto Biden, della vice presidente Harris e della speaker della Camera Pelosi. Gli sforzi dell’agenzia sono concentrati nell’identificare e bloccare gli individui che incitano alla violenza e che sono coinvolti in attività criminali”.
Il governo, nel frattempo, ha ottenuto la “Continuity of Government Operations”, una pratica standard nel caso in cui qualcuno cerchi di interrompere la transizione che diventata urgente alla luce delle minacce. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione, la prova mira a garantire una catena di comando senza soluzione di continuità in caso di emergenza nazionale nei giorni precedenti l’inaugurazione.
Gli appelli per nuove proteste hanno fatto sì che le forze dell’ordine e i funzionari locali si preparino ad un’escalation di violenza. Il sindaco di Washington Muriel Bowser ha chiesto agli americani ad evitare la città durante l’inaugurazione di Biden invitando tutti a partecipare virtualmente. Nel corso di una conferenza stampa la Bowser ha sottolineato di essere preoccupata per la presenza di elementi violenti che potrebbero arrivare in città in vista dell’inaugurazione: “Se qualcosa mi fa paura è la nostra democrazia, perché dobbiamo fare i conti con fazioni estreme armate e pericolose”. La Casa Bianca ha annunciato che Trump ha approvato la dichiarazione di emergenza richiesta dal sindaco.
I preparativi per la sicurezza si sono ulteriormente complicati quando Chad Wolf, una delle figure chiave, si è dimesso. In uno dei suoi ultimi interventi, Wolf ha annunciato di aver dato istruzioni ai servizi segreti di anticipare le operazioni di sicurezza nazionale per l’inaugurazione di Biden.
Le forze dell’ordine della Virginia, del Maryland e del New Jersey dispiegate in Campidoglio mercoledì per aiutare a spingere i ribelli pro-Trump, hanno ricevuto l’ordine di inviare agenti a Washington per il giorno dell’inaugurazione, mentre dal Dipartimento di Polizia di New York oltre 200 stanno convergendo sulla Capitale, dove la Guardia Nazionale conta di poter schierare 15.000 uomini.