Fra i pochi fedelissimi che gli erano rimasti al fianco, Trump poteva ancora contare sul ministro della giustizia William Barr. Poteva, perché poche ore fa, intervistato dalla “Associated Press”, Barr ha preso le distanze dai veleni elettorali sparsi a mani basse dal presidente, ammettendo che “Non abbiamo visto tentativi di frodi tali da influenzare l’esito delle elezioni”. È forse la pietra tombale sul mare di ricordi ed esposti che dal 4 novembre scorso gli avvocati di Trump spediscono in giro per i 50 Stati.
Come sempre spavaldo, Trump avrebbe rassicurato gli invitati ad un party natalizio alla Basa Bianca di essere pronto a ricandidarsi nel 2024: “Sono stati quattro anni meravigliosi, e stiamo cercando di restare per altri quattro anni, ma se non ci riuscissimo ci riproveremo alle prossime presidenziali”.
Ma c’è altro ad animare la Casa Bianca mentre tutti iniziano a fare i bagagli. La “CNN”, una vera spina nel fianco di Trump, tira fuori una rivelazione pesantissima, che in qualche modo sembra presagire cosa aspetta Donald dal 21 gennaio in poi, quando tornerà ad essere un normale cittadino americano privo di immunità presidenziali.
L’inchiesta, nata citando precisi documenti giudiziari, mira a svelare un’ipotesi di corruzione che se provata sarebbe di una gravità mai vista prima per un presidente: tangenti in cambio di una grazia.
Secondo l’emittente di Atlanta, il giudice distrettuale di Washington DC Beryl Howell avrebbe autorizzato l’accesso ad alcuni procuratori a strumenti informatici sotto sequestro: iPad, laptop, iPhone e PC che potrebbero svelare uno “schema segreto di lobbyng” e una cospirazione che metteva in campo “un contributo politico in cambio della grazia presidenziale o la sospensione della pena” verso un imputato di cui non viene rivelato il nome. Ad avvalorare l’inchiesta è la notizia di qualche giorno fa secondo cui Trump, prima di andarsene, starebbe valutando di concedere la grazia ad alcuni amici finiti nei pasticci, come Paul Manafort, ex capo della sua campagna elettorale, Steve Bannon e Rudy Giuliani, il suo avvocato personale. A questi, si aggiungerebbe la “grazia preventiva” verso i figli Ivanka, Donald Jr ed Eric, e il genero Jared Kushner, nel timore che il Dipartimento della Giustizia sia pronto a vendicarsi puntando loro. Quasi tutti erano finiti sotto inchiesta nell’ambito del “Russiagate”: Donald Jr per i presunti contatti con emissari russi, Kushner per falsa testimonianza davanti alle autorità federali, mentre Eric e Ivanka per presunta frode fiscale.