Insieme a “Bank of America”, “Citigroup” e “JP Morgan Chase”, la “Wells Fargo” è una delle quattro più potenti banche statunitensi: quarta per attività, terza per capitalizzazione in borsa e seconda per depositi e servizi ipotecari.
Un nome che evoca l’epopea dei pionieri e del selvaggio West, con diligenze, sparatorie e rapine, diventata un vero colosso eretto fra i tanti simboli dell’America moderna. È proprio questo a colpire di più l’opinione pubblica, scoprendo che il governo ha appena multato la banca con 3 miliardi di dollari per quello che viene definito uno “sconcertante” scandalo di conti falsi per “dimensione, portata e durata”.
L’accordo tra il Dipartimento di Giustizia e la Security and Exahcnge Commission, in corso da anni, risolve le responsabilità penali e civili della Wells Fargo per lo scandalo dei conti falsi scoppiato quasi quattro anni fa, ma non elimina la minaccia di un’azione penale contro gli attuali e gli ex dirigenti. Messa alle strette, la Wells Fargo ha ammesso che tra il 2002 e il 2016 ha falsificato i registri bancari, danneggiato i rating di credito dei clienti, abusato illegalmente delle loro informazioni personali e raccolto indebitamente milioni di dollari in tasse e interessi.
“L’annuncio di oggi dovrebbe servire a ricordarci che nessuna istituzione è troppo grande, troppo potente o troppo conosciuta per non essere ritenuta responsabile delle proprie malefatte”, ha commentato il procuratore degli Stati Uniti Andrew Murray.
Secondo le autorità, l’indagine penale sui falsi documenti bancari è stata risolta con quello che è noto come un accordo di rinvio a giudizio in base al quale le autorità hanno accettato di non perseguire la Wells Fargo per tre anni a patto che rispetti determinate condizioni, compresa la sua continua collaborazione per ulteriori indagini governative.
In una dichiarazione, l’amministratore delegato della Wells Fargo, Charlie Scharf, che è entrato nella società lo scorso settembre, ha affermato che “la condotta è riprovevole e del tutto incoerente con i valori su cui la Wells Fargo è stata fondata. I nostri clienti, azionisti e dipendenti meritavano di più dalla leadership di questa società”.
“I top manager della banca erano a conoscenza delle pratiche illegali già nel 2002", si legge nell’accordo, eppure i dirigenti della Wells Fargo si sono ripetutamente rifiutati di riconoscere che il comportamento era guidato da obiettivi di vendita irraggiungibili. “Questo accordo ritiene la Wells Fargo responsabile per aver tollerato una condotta fraudolenta notevole sia per la durata che per la portata, e per la sua palese inosservanza delle informazioni private dei clienti”.
Ma i problemi legali della Wells Fargo sono tutt’altro che finiti: l’accordo non include l’indagine del Dipartimento del Lavoro, che nel 2016 ha voluto accertare alcune accuse diversi ex dipendenti, licenziati dopo aver contattato l’ufficio del personale per avvisare di operazioni poco chiare. “Quando i dipendenti della banca hanno iniziato a dare l’allarme per i conti falsi, i dirigenti hanno iniziato pesanti ritorsioni contro di noi - ricorda Killian Colin, un ex dipendente della Wells Fargo – e a rendere ancora peggiori le cose, i dirigenti di seconda fascia sono stati presi come capro espiatorio”.
Non è finita, perché la Wells Fargo deve ancora affrontare un mal di testa normativo ancora più grande: le sanzioni senza precedenti imposte dalla Federal Reserve all’inizio del 2018 che impediscono alla banca di far crescere il proprio patrimonio oltre i 2.000 miliardi di dollari. Se il cosiddetto ‘asset cap’ non verrà rimosso a breve, la banca potrebbe non essere in grado di erogare i prestiti necessari per incrementare i profitti. “Questo è un ostacolo molto più grande. Ma ci vorrà del tempo”, ha detto Gerard Cassidy, analista bancario di RBC Capital.
Complessivamente, la serie di scandali della Wells Fargo ne ha seriamente danneggiato la reputazione: le azioni, un tempo tra le preferite del settore bancario, sono cadute in disgrazia. Dal settembre 2016, quando sono iniziati gli scandali, le azioni della Wells Fargo sono scese del 5%, mentre i rivali bancari JPMorgan Chase e Bank of America hanno più che raddoppiato il loro valore.