La faida della famiglia Trump, che sembrava aver raggiunto il punto più alto con la pubblicazione di “Too Much and Never Enough: How my Family created the World’s Dangerous Man”, un libro dalle rivelazioni rese ancora più clamorose dal nome dell’autrice, Mary Trump, nipote del presidente.
Ma per Mary non era ancora abbastanza. Poche ore fa, ha intentato una causa al Presidente e ai suoi fratelli con l’accusa di aver commesso una frode per privarla dei suoi interessi nell’impero immobiliare di famiglia, costruito da Fred Trump Sr.
Nella causa, presentata presso il tribunale dello Stato di New York contro l’attuale Presidente, sua sorella Maryanne Trump Barry e il patrimonio del loro defunto fratello Robert Trump, Mary afferma che per i Trump “la frode e la truffa non erano solo la vera impresa di famiglia, ma uno stile di vita”.
Nella causa accusa i suoi due zii e sua zia, un giudice federale in pensione, di aver cospirato tra loro e con diversi altri soggetti tra cui un amministratore fiduciario incaricato di agire per conto di Mary, per fornirle “una pila di valutazioni fraudolente” e costringerla a firmare un accordo di transazione che “le ha sottratto decine di milioni di dollari”.
“Invece di proteggere gli interessi di Mary, hanno progettato e realizzato un complesso piano per sottrarle fondi, nasconderle e ingannarla sul vero valore di ciò che aveva ereditato”, dice la causa.
Molte delle accuse erano già state svelate nel libro, uscito lo scorso luglio con grande clamore. Nelle sue memorie, Mary dice di essere stata tagliata fuori dal testamento del nonno a causa della morte del padre. Robert Trump le avrebbe spiegato che era stata esclusa perché suo padre era morto di alcolismo, e poteva ereditare la parte della fortuna che gli sarebbe spettata. Mary accusa anche zio Donald di aver tentato di “rubare ingenti somme di denaro ai suoi fratelli” cercando segretamente di cambiare le volontà del padre sul letto di morte, estromettendoli dal controllo del patrimonio familiare.
Al momento della morte di suo padre, nel 1981, Mary aveva 16 anni e insieme a suo fratello, Fred Trump III, hanno ereditato partecipazioni di minoranza dell’impero immobiliare. Poiché Mary era un’adolescente, un avvocato di nome Irwin Durben fu nominato fiduciario per suo conto. Ma Durben, morto nel 2016, era “irrimediabilmente in conflitto” e schierato con i membri della famiglia: “alla fine ha acconsentito all’operazione di estrometterla completamente dall’impero di famiglia”. Era il punto finale di un lavoro di sottile preparazione che andava avanti dagli anni Novanta, “con intrighi di palazzo che potrebbero finire in una serie televisiva”.
Nel 1991, secondo la causa, Donald aveva avvicinato segretamente l’avvocato Durben per fargli redigere un documento che gli assegnava il controllo completo del patrimonio del padre. Fu Maryanne Trump a “finire il lavoro”, assicurandosi un testamento riveduto che nominava lei, Donald e Robert gli esecutori testamentari dell’impero di Fred Trump Senior.
Tutto questo, secondo Mary, attraverso un piano articolato in tre schemi. In una prima fase, avrebbero dirottato una cospicua parte del patrimonio che le spettava verso le loro società. Nella seconda, hanno creato perizie e bilanci falsi per deprezzare il valore di ciò che restava, e alla fine, le avrebbero fatto pressione per la firma di un accordo, minacciando di estrometterla completamente e di annullare la polizza sanitaria per il figlio neonato di suo fratello, che soffriva di crisi epilettiche e al quale, secondo la causa, è stata successivamente diagnosticata una paralisi cerebrale.
“Attraverso ciascuno di questi schemi, i tre fratelli non solo hanno deliberatamente defraudato Mary di ciò che le spettava di diritto, ma l’hanno anche tenuta all’oscuro di tutto, almeno fino ad ora”.