Curioso: Donald Trump in queste ore è in Vietnam, dove è andata in scena una delle più inutili, sanguinose, costose e perdenti guerre nella storia degli Stati Uniti. E in America, nelle stesse ore, sta per andare in scena quello che per molti analisti potrebbe essere il Vietnam della sua presidenza.
Michael Cohen, l’ex avvocato e braccio destro del tycoon, sta per testimoniare davanti alla commissione investigativa della Camera, anticipato da indiscrezioni della stampa che lo darebbero pronto a rivelazioni pesantissime sul Russiagate e sul caso dell’ex pornostar Stormy Daniels. Dopo aver saltato il fosso abbandonando Trump, Cohen ha un solo obiettivo: riabilitare la propria immagine dopo la condanna a tre anni per evasione fiscale e falsa testimonianza, con l’aggiunta della radiazione dall’albo degli avvocati.
Saranno tre giorni intensi di udienze, con un momento clou rappresentato dalla deposizione davanti alla commissione “Overisight” della Camera dei Rappresentanti, l’unica a porte aperte, trasmessa in diretta e visibile in streaming sui siti del Congresso e della Commissione, e proprio per questo considerata la più rischiosa dallo staff presidenziale. Il “New York Times” è riuscito ad anticipare il discorso di apertura di Cohen, un preambolo che in effetti non promette nulla di buono per Trump, che senza essere nominato viene definito “Un razzista, truffatore, baro e imbroglione”. Di seguito dovrebbero arrivare i racconti dei dieci anni a stretto contatto con la Trump family, i loro business, le frodi fiscali, i pagamenti sottobanco a pornostar, i tentativi di speculazioni immobiliari in Russia e le prove che il presidente fosse al corrente degli incontri fra il suo consulente Roger Stone e i vertici di WikiLeaks, per architettare l’attacco frontale che avrebbe affondato l’avversaria Hillary Clinton.
Per Rudy Giuliani, la scelta dei tempi dell’audizione, mentre il presidente è in Vietnam per il summit con Kim Jong-un, è “una precisa scelta politica”. Durissima la reazione della Casa Bianca: “Cohen è uno sciagurato criminale destinato alla galera per aver mentito al Congresso”. Ma l’ex avvocato personale di Trump, diventato uno dei maggiori collaboratori del procuratore Robert Mueller, ha preferito il fioretto: “Ho mentito, è vero. E ora dovrete decidere se racconto la verità”.