L’uomo nato con la camicia, Donald Trump, riesce nella storica impresa di resistere a due processi di impeachment, uscendone da entrambi con un’assoluzione che lo salva dal rispondere davanti alla giustizia delle sue intemperanze caratteriali.
Come previsto, il Senato ha deciso di assolverlo, stabilendo più per spirito di parte che patriottico, di ritenerlo non colpevole per aver incitato la rivolta del 6 gennaio a Capitol Hill: il voto finale si è chiuso con 57 favorevoli e 43 no, rendendo impossibile arrivare ai 67 voti necessari per la condanna.
Un dato c’è, comunque, e sono i 7 repubblicani che hanno votato a favore, segnando una netta differenza con il primo processo di impeachment dello scorso anno, quando solo Mitt Romney aveva scelto la strada della colpevolezza di Trump. La più grande sorpresa è il voto di Richard Burr, l’ex presidente della Commissione Intelligence del Senato che ha guidato l’indagine sul Russiagate, dopo aver votato all’inizio della settimana per chiedere l’incostituzionalità del processo. “Come ho detto il 6 gennaio, il presidente è responsabile dei tragici eventi. Ci sono prove convincenti che Trump abbia incitato all’insurrezione, pertanto ho votato per la condanna”.
Il voto ha sottolineato il dilemma che squarcia i repubblicani, con una parte che spinge per seguire l’ex presidente, e un’altra che vorrebbe prenderne le distanze una volta per tutte. Una dicotomia che il partito dovrà affrontare verso le elezioni di midterm del 2022, quando cercherà di riconquistare il controllo del Congresso, seguite dalle primarie presidenziali del GOP del 2024.
“Mentre il voto finale non ha portato a una condanna, la sostanza dell’accusa non è in discussione. Anche coloro che si oppongono, come il leader della minoranza del Senato McConnell, credono che Donald Trump si sia reso colpevole di una ‘vergognosa negligenza del dovere’ e ‘praticamente e moralmente responsabile di aver provocato’ la violenza scatenata sul Campidoglio”, ha commentato Joe Biden a caldo.
Per l’avvocato di Trump, Michael van der Veen, l’ex presidente è stato “vendicato” dall’assoluzione: “Nessuno è riuscito a trovare un colpevole. La caccia alle streghe politica lanciata contro di lui è stata battuta”. Secondo Van der Veen Trump non avrebbe incitato una rivolta che era stata pianificata in precedenza, ripetendo ancora una volta che i rivoltosi rappresentavano sia frange di sinistra che di destra, quando le prove video e i documenti del tribunale dimostrano in modo schiacciante che la rivolta è stata perpetrata unicamente dai sostenitori di Trump.
L’ex presidente, commentando l’esito della votazione, si è detto rinfrancato dalla fine della “caccia alle streghe”, assicurando l’intenzione di continuare a “difendere la grandezza dell’America. Il nostro meraviglioso movimento per fare gli Stati Uniti di nuovo grandi è solo all’inizio: nei prossimi mesi avrò molto da condividere e non vedo l’ora di continuare un viaggio incredibile”.