Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di “Jacko”, O.J. ha voluto rendergli omaggio per ricordare un episodio che secondo lui la dice lunga sulla profonda umanità di Michael. Nei giorni drammatici dell’omicidio della ex moglie, l’unico a tendere una mano alla sua famiglia era stato proprio Jackson, aprendo le porte di Neverland a lui e i suoi figli, assediati giorno e notte da giornalisti e troupe televisive. Nessuno meglio di Michael poteva capire la situazione: qualche anno prima aveva pagato circa 20 milioni di dollari per risolvere una denuncia di molestia, ma l’assedio dei media non mollava.

In un video registrato seduto su una golf-car e diffuso sul suo account Twitter, Simpson non ha indicato date precise, ma è comunque facile capire che le visite della sua famiglia a Neverland risalgano alla metà degli anni ‘90, quando O.J., con un verdetto che ancora oggi fa discutere, fu assolto dall’accusa di aver ucciso la madre dei suoi figli, Nicole Brown e un amico, Ron Goldman.
“La mia casa era sotto assedio da parte dei media: Michael lo venne a sapere, mi chiamò e disse: ‘OJ, devi portare i bambini al Neverland Ranch, gli piacerebbe molto. L’ho fatto, ed è stato meraviglioso”. Appendice doverosa al discorso: “Non sapevo molto della ‘vita privata’ di Jackson. Quello che so è la mia esperienza con lui, un’anima gentile e generosa. Riposa in pace, Michael”.
Come riportato dalla CNN, nel 1996, i genitori di Nicole Brown, Lou e Juditha Brown, si sono presi cura dei figli della coppia, Sydney e Justin, mentre O.J. era sotto processo per gli omicidi del 12 giugno 1994.
Simpson è stato giudicato non colpevole il 3 ottobre 1995, e gli è stato concesso il diritto di vedere i suoi figli nei fine settimana. È l’inizio di una battaglia legale con la famiglia dell’ex moglie per la custodia dei piccoli, vinta da O.J. nel dicembre 1996, quando i suoi figli avevano rispettivamente 11 e 8 anni.
Nel 2007, Simpson è stato condannato a 33 anni per rapina a mano armata e sequestro di persona per aver fatto irruzione armato in una stanza dell’hotel “Palace Station” di Las Vegas: si è difeso affermando che stava tentando di recuperare dei memorabilia sportivi che gli erano stati rubati. È stato rilasciato nel cuore della notte del 1 ottobre 2017.