Una cosa è certa: quella per le presidenziali americane del 2020 sarà una campagna elettorale lunga e difficilmente noiosa. L’elenco dei Democratici che sognano di rispedire Trump nei suoi grattacieli, per risolvere i suoi grattacapi, si allunga di ora in ora, nutrendosi di nomi altisonanti.
L’ultimo in ordine di apparizione è Joe Biden, per otto anni al fianco di Barak Obama come vicepresidente, al suo terzo tentativo. Secondo un sondaggio, il primo di una lunga serie, il suo nome sarebbe sufficiente a garantirgli un vantaggio di 8 punti percentuali su Trump, messi al caldo grazie al sostengo del 42% dei votanti, contro il 34 dell’attuale presidente. Per completare il quadro dell’elettorato, a 18 mesi dalla data delle elezioni, restano un 19% di indecisi e un 5% che al momento dichiara di non avere alcuna intenzione di votare.
Quella di Biden è una discesa in campo con una macchia che farà piacere agli avversari: le accuse di molestie da quattro donne per comportamenti ritenuti eccessivi. Niente di che, a leggere le carte, ma di questi tempi basta poco per finire nella tormenta. A dargli il benvenuto nel circo delle primarie è stato lo stesso Trump: “Benvenuto in gara sonnolento Joe. Spero solo che tu abbia l’intelligenza, a lungo in dubbio, di intraprendere una campagna elettorale di successo. Sarà difficile, dovrai affrontare persone che hanno idee malate e dementi, ma se ce la farai, ti vedrò ai nastri di partenza”.
Al momento, i candidati alla corsa per la candidatura nelle file dei Dem sono venti, anche se sembra che le richieste sfiorino quota 200. Eccoli, uno dopo l’altro, in rigoroso ordine alfabetico.
Cory Booker
Primo senatore afro-americano del New Jersey, è stato sindaco di Newark e promotore dei “Baby Bonds”, dei fondi finanziati dallo stato per assicurare istruzione e assistenza alle classe più povere. Due lauree, a Stanford e Yale, ama stare fra la gente: nel suo curriculum anche la cattura a mani nude di un ladro in fuga e il salvataggio di un’anziana dalle fiamme della sua abitazione. È legato all’attrice Rosario Dowson.
Pete Buttigieg
Sindaco di South Blend, nell’Indiana, a 37 anni è uno dei più giovani della combriccola Dem, ma può vantare un passato da veterano dell’Afghanistan e un endorsement di Barak Obama, che lo definì “Una potenziale luce guida”. Omosessuale dichiarato, parla correttamente diverse lingue (italiano compreso) e sogna di diventare il primo presidente gay della storia, con accanto il marito, l’insegnante Chasten Glezman nel ruolo di “First Husband”. Come Obama è convinto che l’assistenza medica debba essere per tutti e della necessità di fare di più per l’ambiente, per i diritti civili e per una politica sull’immigrazione più tollerante. Propone anche controlli molto più severi nella vendita delle armi.
Julian Castro
La quota latinoamericana dei candidati Dem, sottolineata dall’impegno nel risolvere una volta per tutte la spinosa questione dell’immigrazione depenalizzando l’ingresso negli Stati Uniti e mettendo in regola i clandestini. Ex sindaco di San Antonio, in Texas, e ministro per l’edilizia popolare con Obama, laureato a Stanford, era in pectore come vice di Hillary Clinton, se avesse vinto. Il suo programma spazia fra assistenza sanitaria, ambiente, istruzione e controllo delle armi.
John Delaney
Deputato del Maryland, 55 anni, sposato, quattro figli, imprenditore e fondatore di aziende finanziarie quotate in borsa. Si autodefinisce un moderato, è attivo nella difesa dei diritti e propone tasse più alte per finanziare le infrastrutture.
Tulsi Gabbard
Nata 37 anni fa nelle isole Samoa e cresciuta alle Hawaii, veterana della guerra in Iraq, prima donna indù a sedere al Congresso. Surfista, atleta, esperta di arti marziali, era stata accusata di critiche verso la comunità LGBT, ma ha corretto il tiro scusandosi pubblicamente.
Kirsten Gillibrand
Senatrice dello Stato di New York, 52 anni, sposata con due figli, avvocato, paladina del movimento #MeToo, ha un atteggiamento che oscilla fra la rigidità nei confronti dell’immigrazione e un occhio di riguardo verso le unioni gay. Porta avanti un programma che prevede il ritorno della riforma sanitaria di Obama e l’assunzione dei disoccupati dal governo federale.
Kamala Harris
Senatrice della California, 54 anni, attivista in favore dell’ambiente, si dice favorevole alla legalizzazione della marjiuana per finalità ricreative e promette una stretta sulla vendita delle armi. Ha in mente un'idea di reddito di cittadinanza al contrario: 500 dollari di aiuti alle famiglie che già lavorano.
John Wright Hickenlooper
Una sorta di “Richelieu”, il mediatore per eccellenza, da sindaco di Denver e poi governatore è riuscito a risollevare l’economia del Colorado. Sposato, un figlio e una laurea in geologia, suona la chitarra e ha la fama di politico dal carattere eccentrico.
Jay Inslee
Governatore dello stato di Washington, 68 anni, sposato, tre figli, si batte da sempre in favore delle energie rinnovabili ed è considerato un possibile outsider nel rush finale.
Amy Klobuchar
Senatrice del Minnesota, ha il curioso primato di essere la Democratica più apprezzata dai Repubblicani, malgrado una leggenda che le attricuisce un pessimo carattere: 58 anni, avvocato, si è battuta per vietare l’uso di vernici al piombo nei giocattoli per bambini e per le misure a protezione delle donne molestate.
Wayne Messam
Figlio di immigrati giamaicani, sindaco di Miramar, Florida, ex campione di football, 44 anni, imprenditore edile, sposato con tre figli.
Seth Moulton
Deputato del Massachusetts, sposato, senza figli, 40 anni, ex Marine entrato fra i primi a Baghdad nel 2003, è stato decorato come eroe di guerra. Mette ai primi posti del suo programma l’ambiente, la sicurezza e la difesa delle forze armate, anche se crede sia necessario un ferreo controllo nella vendita delle armi.
Beto O’Rourke
L’astro nascente dei Dem, texano, 46 anni, ha perso per un soffio con Ted Cruz. Ex sindaco di El Paso, sposato con Amy, ereditiera attivista in favore degli immigrati, tre figli e un cane, Artemis, un labrador nero diventato una star dei social. Nei suoi programmi la revisione completa delle politiche sull’immigrazione, da riscrivere usando “rispetto e dignità”.
Tim Ryan
Sangue italiano da parte di madre, 45 anni, deputato dell’Ohio di idee liberal, appassionato di yoga, meditazione e caccia, sostiene il diritto a possedere armi da fuoco.
Bernie Sanders
Era stato fino all’ultimo il contendente più agguerrito di Hillary Clinton, e secondo molti se avesse corso lui Trump non sarebbe neanche più un ricordo. A 77 anni, senatore del Vermont, continua a rappresentare l’ala socialista dei Democratici e ha messo da parte 18 milioni di dollari donati da 500mila sostenitori da spendere in una sontuosa campagna elettorale. Promette l’innalzamento della paga oraria a 15 dollari, istruzione gratuita e tassazione al 77% per i beni e patrimoni che superano il miliardo di dollari.
Eric Swalwell
Californiano, 38 anni, ex procuratore della contea di Alameda, sposato, due figli, è forse il più abile candidato a sfruttare i media: ha annunciato la sua candidatura dal salotto di “The Late Show”. Un solo punto in programma, concentrato sul divieto di vendita delle armi automatiche, impegno che gli è valso l’odio della lobby delle armi.
Elizabeth Warren
Senatrice del Massachusetts, 59 anni, due figli e un divorzio alle spalle, una cattedra di legge ad Harward: è un’attivista per i diritti dei consumatori, considerata una grande esperta di diritto fallimentare. Bollata come “Pocahontas” da Trump per una lontana origine di “native americans”, promette assistenza medica nazionale, aumento delle tasse solo per i ricchi, università più accessibili, divieto di vendita delle armi da guerra e abolizione della pena di morte.
Marianne Williamson
Scrittrice con 13 best-seller all’attivo, 66 anni, promette di riallacciare il dialogo fra la politica e la gente comune. Ha fondato la “Project Angel Food”, progetto per recapitare a casa cibo ad anziani e disabili soli. Fra i suoi lettori più fedeli Oprah Winfrey.
Andrew Yang
Imprenditore, 49 anni, laureato in economia, sposato e senza figli: si era messo in testa di dare nuova linfa a città in preda alla depressione come Detroit e New Orleans. Fondatore dell’incubatrice di startup “Venture for America”, vanta un seguito molto popolare - la “YangGang” – e propone il reddito universale di cittadinanza di 1.000 dollari a tutti gli americani al di sopra dei 18 anni.