Il 6 novembre 2012, i californiani hanno votato sulla possibile abolizione della pena di morte, che tuttavia vinse con il 52% dei voti. Ma adesso, con una mossa a sorpresa, il governatore della California Gavin Newsom, ha firmato una moratoria sulla pena di morte, vietando di fatto qualsiasi esecuzione fino al termine del suo mandato. Il “Golden State” diventa il quarto Stato, insieme a Ohio, Tennessee e Pennsylvania, a decretare una sospensione cautelare in attesa di risolvere la costituzionalità delle modalità di esecuzione e la sempre più diffusa mancanza di farmaci letali, visto che sono sempre meno le aziende disposte ad abbinare il proprio brand ad un’esecuzione capitale. “Non penso che una società civile possa dirsi tale finché il suo governo continuerà ad approvare l’esecuzione premeditata e discriminatoria della sua gente”.
Ex sindaco di San Francisco, 52 anni, dal 2011 all’inizio del suo mandato di Governatore, Newsom è stato vice di Jerry Brown, giunto al limite dei due mandati. Alle elezioni del 2018 è stato eletto con il 61,9% dei voti, battendo il repubblicano John H. Cox.
A beneficiare della sua decisione, per almeno quattro anni, saranno 737 condannati alla pena capitale, che a breve vedranno chiudersi la nuovissima stanza del braccio della morte di San Quintino, realizzata nel 2008 spendendo 853mila dollari e mai usata. Dal 1978 ad oggi, dei 900 detenuti condannati a morte, solo 13 hanno subito l’esecuzione: altri 69 sono morti per cause naturali e 24 hanno preferito togliersi la vita.

Una decisione che ha però una voce importante del tutto contraria, quella di Donald Trump. In uno dei tanti tweet di commento, il presidente ha accusato il governatore della California di mancanza di rispetto ai parenti delle vittime di coloro che sono stati condannati a morte.