È il piccolo Stephen Romero, 6 anni, la vittima più giovane dell’ultima giornata di follia negli Stati Uniti. Era al “Gilroy Garlic Festival” con la mamma e la nonna, entrambe ricoverate per ferite da arma da fuoco al Santa Clara Valley Medical Center di San Josè. Secondo quanto dichiarato da un portavoce del centro medico, le condizioni dei 15 feriti sono diverse, vanno dalle semplici escoriazioni procurate nel tentativo disperato di salvarsi ad altri in condizioni critiche che richiedono un intervento chirurgico.
La polizia è sulle tracce di un secondo sospetto coinvolto nella sparatoria che ha ucciso tre persone più l’attentatore, freddato dalla polizia mentre ancora continuava a sparare all'impazzata.
Il padre del piccolo Stephen, Alberto Romero, ha raccontato che era a casa quando sua moglie ha chiamato per dire che lei, sua madre e loro figlio erano stati coinvolti in una sparatoria al Gilroy Garlic Festival: “Non potevo credere a quanto stava succedendo, per qualche istante ho pensato fosse uno scherzo o un sogno”. Quando si riprende, Alberto Romero corre all’ospedale per sincerarsi delle condizioni dei suoi cari: “I medici i hanno detto che Stephen era in condizioni critiche e lo stavano operando. Cinque minuti dopo mi hanno fatto sedere per dirmi che era morto”.