“Al momento abbiamo più domande che risposte”: è il primo commento di James Cervera, capo della polizia di Virginia Beach, città turistica affacciata sull’oceano Atlantico, alla foce della baia di Chesapeake, in Virginia.
Alle 16 di ieri, le 22 in Italia, DeWayne Craddock (nella foto in apertura), 40 anni, ingegnere, funzionario del dipartimento dei lavori pubblici, è entrato all’interno di un edificio di tre piani che ospita diversi uffici comunali, compreso il commissariato di polizia, aprendo il fuoco in modo indiscriminato verso chiunque gli si parasse davanti. Dopo un violento scontro a fuoco è stato affrontato e abbattuto dalla polizia, ma prima è riuscito a fare una strage: 13 persone uccide e diverse decine di feriti, alcuni in condizioni molto gravi.
Craddock, dipendente di lungo corso, era quello che si definisce un cittadino esemplare, anche se ultimamente molto “scontento”: aveva prestato servizio nella guardia nazionale e tutte le armi che sono state ritrovate sul luogo della strage, un fucile ed una pistola semiautomatica, erano state acquistate legalmente.
Il presidente Trump è stato immediatamente informato, mentre il governatore dello stato Ralph Nortman, il senatore Mark Warner ed il cantante Pharrell Williams, cresciuto a Virginia Beach, invitavano a pregare per le vittime.
Si tratta della terza sparatoria avvenuta negli Stati Uniti nell’ultimo mese: il 30 aprile scorso, un uomo si è introdotto nel campus della University of North Carolina uccidendo due studenti e ferendone altri quattro. Il 7 maggio uno studente del liceo “Stem School Highlands Ranch”, in Colorado, è stato ucciso e altri 8 sono stati feriti.