No. Non è lui Timmothy Pitzen, il bambino di 7 anni sparito nel nulla nel 2011. A stabilirlo è stato l’esame del DNA. La notizia della sua misteriosa ‘ricomparsa’ aveva commosso il mondo. "I risultati del Dna hanno rivelato che la persona in questione non è Timmothy Pitzen", hanno detto gli investigatori, che ora cercano una spiegazione delle ragioni di una farsa dai toni drammatici. Timmothy era sparito maggio del 2011. La madre morta in un motel dell'Illinois, in un apparente suicidio, dopo avere percorso 800 chilometri con i figlio. La mamma aveva scrtto poche righe su un foglio: "E' al sicuro con delle persone che si occupano di lui".
La storia. La mattina dell’11 maggio del 2011, Timmothy James Pitzen, un bimbo di 7 anni di Aurora, Illinois, arriva davanti alla “Greenman Elementary School”, la scuola che frequenta, accompagnato da James, suo padre. Pochi minuti dopo la mamma, Amy Joan Marie Fry-Pitzen, si presenta a scuola chiedendo di poter prendere il bimbo per un’emergenza di famiglia, del tutto inesistente, si scoprirà dopo.

L’intenzione della donna, gravemente affetta da depressione e terrorizzata all’idea di perdere ogni diritto sul figlio, era di regalare al suo Timmothy tre giorni di divertimento: visitano lo zoo di Brookfield, poi si dirigono verso i “KeyLime Cove Resort” di Gurnee, nell’Illinois, dove trascorrono la notte. La mattina seguente puntano in direzione Wisconsin per visitare il “Kalahari Resort”, dove i filmati di sicurezza delle casse li riprendono intorno alle 10 del mattino.

Alle 13:30 dello stesso giorno, Amy Pitzen telefona a diversi familiari, tra cui sua madre e suo cognato, dicendo loro che lei e Timmothy erano al sicuro e non c’era alcun pericolo. Non le riesce invece di contattare il marito, che aveva cercato di localizzarli dopo aver saputo dalla scuola che suo figlio era stato prelevato dalla mamma. Durante una delle telefonate, si distingue nettamente la voce di Timmothy mentre dice di aver fame: è l’ultima traccia del bambino.
Amy Pitzen è stata ancora inquadrata dalle telecamere di sicurezza di un negozio di cancelleria e di un alimentari, entrambi a Rockford, Illinois: era sola. Ha preso una stanza al “Rockford Inn” dove quella notte si è tolta la vita tagliandosi i polsi, oltre a ingoiare una forte dose di antistaminici. La mattina del 13 maggio, il suo corpo senza vita viene stato trovato da una cameriera dell’albergo insieme a un biglietto. Poche righe in cui Amy si scusava per i problemi creati, spiegando che Timmothy non sarebbe stato trovato mai più, ma era al sicuro con persone che si sarebbero prese cura di lui.

Scattano le ricerche del piccolo, che pian piano si estendono quasi in tutta l’America: la polizia teme che Timmothy sia stato ucciso e il corpo nascosto, oppure consegnato nelle mani di sconosciuti. James Pitzen, suo padre, da allora non smetterà mai di dire che suo figlio è ancora vivo.
Il 25 agosto del 2018, il caso è affrontato nella serie televisiva “Live PD”: fra gli ospiti anche Angeline Hartmann, responsabile del “National Center for Missing and Exploited Children”, che mostra una possibile immagine di Timmothy a 13 anni di età. Ma sono solo supposizioni: dal 2011, di Timmothy Pitzen si è persa ogni traccia.
Proprio in queste ore, i media americani si stanno occupando di un ragazzino fermato dalla polizia in stato confusionale in un parcheggio di Newport, nel Kentucky, cercandi di capire si è inventato tutto. Gli agenti sono intervenuti dopo alcune segnalazioni di persone che raccontavano di un ragazzino dall’aria scossa e sconvolta che si aggirava senza meta. La sorpresa vera è stata quando l’adolescente ha dichiarato: “Sono Timmothy Pitzen, sono stato tenuto prigioniero per sette anni da due uomini, e sono riuscito a fuggire”.
Il ragazzino aveva descritto i suoi rapitori come due body-builder, indicando il “Red Roof Inn” di Sharonville, nell’area di Cincinnati, come luogo in cui è stato segregato per tutto questo tempo.