
Trump, prendendo di petto la situazione, ha subito trovato il modo di gettare sugli altri le colpe dell’epidemia, lanciando anatemi contro l’Europa (non l’aveva fatto nei confronti della Cina), ordinando la chiusura completa dei voli da e verso gli Stati Uniti dai 27 paesi UE. L’esclusione della Gran Bretagna spiega che, ancora una volta, si tratta di una manovra politica e di quell’arte di cui si considera un vero maestro: sfruttare qualsiasi cosa a proprio vantaggio.
L’America, secondo molti, sta lentamente iniziando a capire di essere sull’orlo di una crisi sanitaria senza precedenti che potrebbe inghiottire la presidenza Trump, ma nel frattempo si è già fatta sentire pesantemente causando turbolenze sui mercati globali e sconvolgendo la vita quotidiana di milioni di persone.
In un discorso in prima serata dello Studio Ovale, che voleva rispondere alle critiche per aver preso la questione troppo alla leggera, Trump ha ordinato la sospensione di “tutti i viaggi dall’Europa agli Stati Uniti per i prossimi 30 giorni”. Subito dopo, i funzionari della Casa Bianca –abituati a dover mettere una pezza – hanno chiarito che non si tratta di una misura così drastica come dichiarato: il divieto si applica solo ai cittadini stranieri e non agli americani che sono stati controllati prima di entrare nel Paese. Trump è stato anche costretto a chiarire che non intende bloccare le merci provenienti dall’Europa, malgrado avesse appena dichiarato che “sarà applicato all’enorme quantità di scambi e di merci” attraverso l’Atlantico.
Pur di non rinnegare se stesso, Trump ha scelto di inquadrare l'epidemia come un “virus straniero” che si sta diffondendo sulle coste americane, quindi ha elencato diverse mosse che secondo il suo parere contribuiranno ad attenuarne l’impatto economico.
Ma i tentativi di attribuire la diffusione dell’epidemia ad altri erano inequivocabili: “Abbiamo visto meno casi di virus negli Stati Uniti di quanti ne siano ora presenti in Europa. L’Unione Europea non è riuscita a prendere le stesse precauzioni e a limitare i viaggi dalla Cina e da altri punti caldi, di conseguenza, un gran numero di nuovi cluster negli Stati Uniti sono stati seminati da viaggiatori provenienti dall’Europa”.
Una nota del Dipartimento di Sicurezza Nazionale ha chiarito il divieto non si applica a tutta l’Europa, ma ai Paesi dell’area Schengen: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera.
“Siamo in un momento critico nella lotta contro il virus. Abbiamo fatto arginato il virus proveniente dalla Cina, ora dobbiamo fare lo stesso con l’Europa, e non esiteremo, non esiterò mai a prendere le misure necessarie per proteggere la vita, la salute e la sicurezza del popolo americano. Metterò sempre il benessere dell’America al primo posto”.
Malgrado il discorso, molti analisti politici continuano a chiedersi quanto Trump stia seriamente stia prendendo la crisi: tutto appare come un più ampio sforzo della Casa Bianca per smorzare le critiche all’apparente nonchalance nei confronti del problema. Dopo aver ripetuto per giorni di voler procedere con il suo programma, malgrado gli avvertimenti dei funzionari sanitari, la Casa Bianca ha annunciato la sospensione del viaggio presidenziale previsto per un evento politico a Milwaukee alla fine di questo mese.
Da quel momento, la Casa Bianca sta già proponendo al Congresso alcune misure di soccorso economico per mitigare l’effetto economico del coronavirus: l’emergere dell’epidemia ha turbato le catene di fornitura globali, ha innescato l’annullamento di importanti conferenze ed eventi pubblici e ha portato le aziende a mettere in atto politiche di emergenza per il lavoro a domicilio. Misure che hanno rallentamento l’attività economica paventando lo spettro di una recessione globale.