L’uragano Dorian si stava allontanando dalle Bahamas, dove iniziava una conta di danni e dispersi dalle cifre catastrofiche. Nelle stesse ore, in Florida, Georgia e nelle due Caroline milioni di persone si preparavano al peggio. A Washington, al contrario, il presidente Trump dichiarava guerra alle previsioni del tempo. In un tweet destinato alla storia, Trump inseriva nell’elenco degli stati minacciati da Dorian anche l’Alabama, costringendo poco dopo le autorità a disinnescare un’ondata di paura e un inevitabile strascico di polemiche.
Ma la correzione non è piaciuta al presidente, che pur di non ammettere l’errore ha modificato a mano con un pennarello l’area interessata dall’uragano inserendo anche l’Alabama, ignorando volutamente le previsioni del National Weather Service. Come spesso accade a Washington, la storia si è tinta di ironia, e oltre a fare la gioia dei comici, in commercio sono comparsi dei set di penne in vendita 15 dollari: “Il pennarello ufficiale di Trump, diverso da ogni altro pennarello sul mercato perché questo ha la speciale capacità di modificare le previsioni del tempo a piacimento”.
Cose che al pessimo caratteraccio di Trump non sono andate giù. E ancora una volta, al governo è toccato l’ingrato compito di salvare, anche se a denti stretti, l’ennesima sparata del presidente dal ciuffo arancione. Venerdì scorso, del tardo pomeriggio, l’agenzia del Servizio Meteorologico Nazionale ha rilasciato una nota in cui si dichiara che la propria sede di Birmingham, in Alabama, ha sbagliato a contestare l’avvertimento del presidente e che “la zona sud-orientale degli Stati Uniti molto probabilmente sarebbe stata colpita dall’uragano, nonostante le previsioni contrarie”. Dorian, per la cronaca, l’Alabama non l’ha neanche sfiorata.
Esattamente da qui, è partita un’inchiesta del “New York Times”, che al di là delle magre figure di Trump, ha voluto vederci chiaro su una vicenda che per una semplice questione di orgoglio ha messo in allarme milioni persone.
La ricostruzione del potente quotidiano newyorkese è stata possibile grazie ad alcune fonti, ovviamente rimaste anonime, che raccontano delle pressioni subite da Wilbur Ross, il segretario al commercio, a sua volta riversate per intero sulle spalle di Neil Jacobs, direttore del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), costretto a schierarsi con Trump pena il licenziamento, suo e di tutti i dipendenti con carica politica. Temendo di diventare l’epicentro della sparata di Trump, Jacobs avrebbe prima tentato di rifiutarsi, salvo poi allargare le braccia e pregare che anche l’uragano che stava colpendo il suo ufficio passasse in fretta e senza fare danni.
ALl’uscita dell’inchiesta, immediata la smentita di Wilbur Ross, ma altrettanto veloce l’istituzione di un’inchiesta da parte dell’ispettorato generale del dipartimento del commercio per vederci chiaro. Un caso che il NYT considera molto grave, perché oltre a gettare altro fango sulla credibilità di Trump, sempre meno disposto ad ammettere i propri errori, ne scaglia altrettanto sull’indipendenza e l’affidabilità del Noaa, agenzia disposta a camuffare la realtà pur di non incorrere nelle ire della Casa Bianca. È pienamente d’accordo con la ricostruzione del NYT anche Richard Hirn, consigliere nazionale dei lavoratori del servizio meteo americano, che a memoria d’uomo non ricorda “Un uso politicizzato delle previsioni del tempo pur di nascondere un imbarazzante errore del presidente”. Trump ha fatto dell’Alabama l'ultimo campo di battaglia nella sua eterna guerra con i media, con l’opposizione, con gli esperti e l’establishment: un ulteriore esempio di quanto pretenda di modificare perfino la realtà. “Su una questione che altri presidenti avrebbero lasciato cadere nel vuoto, Trump ha preteso di aver ragione ad ogni costo, facendo scattare l’allarme inutilmente e costringendo le amministrazioni locali a spendere milioni di dollari”.
Jason Simpson, meteorologo capo del canale WHNT, è stato lapidario: “Almeno per le previsioni del tempo, mai ascoltare un politico. In Alabama, la scorsa settimana, non ha piovuto per sei giorni di fila”.