Sembrava quasi una certezza che Donald Trump avrebbe chiuso a sua esperienza presidenziale con il record di due impeachment. Se così fosse sarà il primo presidente della storia, e l’America si augura anche l’ultimo, mentre intorno a lui cresce il fronte di chi lo considera un pericolo ambulante per il mondo intero, a cui potrebbe decidere di lasciare un ricordo indelebile dei suoi quattro anni alla Casa Bianca.
Ma non tutto è così scontato. Con Washington che ancora stenta a riprendersi dal clamoroso assalto al Campidoglio, e nuovi dettagli che emergono di ora in ora, i Democratici guidati da Nancy Pelosi chiederanno al Vice Presidente Mike Pence di invocare il 25° Emendamento per dichiarare il Presidente incapace di adempiere ai suoi doveri. Se, come previsto, Pence e il Gabinetto si opporranno, i Dem scateneranno nuovamente l’inesorabile meccanismo dell’impeachment a meno di un anno dalla precedente assoluzione di Trump.
Ma il calendario compresso e la reticenza dei Repubblicani al Senato, di nuovo di fronte ad una prova di lealtà, sembrano ostacolare gli sforzi per rimuovere Trump. Questo significa che il dramma che circonda il destino di Donald, e la possibilità di un altro processo al Senato, potrebbe durare più a lungo della sua presidenza, e il suo turbolento mandato potrebbe gettare un’ombra tossica sui primi giorni di Biden.
Le scosse di assestamento della breccia nel Campidoglio si aggravano con nuovi inquietanti resoconti e video di scene allarmanti che lasciavano presagire le proporzioni di una tragedia dalle proporzioni ancora peggiori, evitate solo per un soffio.
Ma è stato anche un fine settimana stranamente tranquillo: per la prima volta dopo anni, agli americani è stato risparmiato il rosario dei Twitter di Trump dopo aver subito il completo oscuramento da tutti i social.
All’inizio della sua ultima settimana di mandato, Trump progetta un viaggio al muro di confine, il simbolo del suo mandato, mentre la Casa Bianca starebbe preparando un nuovo tentativo di vendetta contro i colossi dei social colpevoli di aver purgato Trump, e per finire il presidente avrebbe in mente di elargire altre controverse amnistie.
La Presidente della Camera Nancy Pelosi ha in programma di chiedere il consenso unanime alla risoluzione che chiede a Pence e al Gabinetto di invocare il 25° emendamento per dichiarare che Trump non è più adatto a svolgere i suoi compiti. Nel caso quasi certo che la mossa fallisca, richiamerà l’Assemblea per una votazione: se Pence non dovesse agire entro 24 ore, i Dem intraprenderanno la strada del secondo impeachment. “Per proteggere la nostra Costituzione e la nostra Democrazia agiremo con urgenza, perché questo Presidente rappresenta una minaccia incombente”.
Un dettaglio determinante è che la condanna in un processo al Senato impedirebbe a Trump di ricoprire una carica pubblica, ma la complicazione del tempo a disposizione minaccia di indebolire la spinta verso l’impeachment. In un promemoria, il leader della maggioranza del Senato Mitch McConnell afferma che l’improbabilità di ottenere il consenso unanime del Senato significa che la prima data del processo si potrebbe fissare il 20 gennaio, il giorno del giuramento di Biden.
Anche se può apparire strano che le regole abbiano la precedenza su un momento di pericolo nazionale, questo significa che i Democratici passerebbero l’inizio di una nuova presidenza a bruciare giorni o settimane nel tentativo di condannare un Presidente che ha già lasciato il suo incarico. Uno scenario non solo complicherebbe le speranze di Biden di voltare rapidamente una pagina velenosa nella storia degli Stati Uniti, ma da un lato rallenterebbe un pacchetto di aiuti economici di cui c’è un disperato bisogno e dall’altro allenterebbe lo sforzo della Casa Bianca contro una pandemia che peggiora di ora in ora.
Al momento non c’è alcun segnale che Pence, malgrado la folla del Campidoglio ne chiedesse l’impiccagione, sia disposto a invocare il 25° Emendamento. Secondo alcune fonti si riserva l’opzione nel caso in cui Trump ricorresse ancora ad azioni estreme. La squadra di Biden sarebbe invece al lavoro per trovare una via di mezzo, evitando che i primi giorni della sua presidenza siano impantanati da un altro processo per impeachment, ma fatica a contenere l’ira dei Dem, che chiedono con forza la rimozione immediata.
C’è più sostegno all’interno del partito democratico per il nuovo possibile impeachment di quanto ce ne fosse nel 2019, ha detto Nancy Pelosi, mentre nelle file dei repubblicani il disastro provocato da Trump sta dilaniando il partito. Secondo il senatore della Pennsylvania Pat Toomey, la soluzione migliore sarebbe che il Presidente si dimettesse: ospite di “Meet the Press” della NBC, Toomey è convinto che i suoi colleghi Josh Hawley del Missouri e Ted Cruz del Texas avranno bisogno di ricucire la propria immagine dopo aver sostenuto la “grande bugia” che Trump fosse il vero vincitore delle elezioni: “Un atteggiamento che li perseguiterà per molto tempo”.
Trump, tuttavia, non mostra alcun segno di pentimento. Ha ordinato solo a metà del personale della Casa Bianca di onorare Brian Sicknick, l’ufficiale della polizia ucciso domenica, dopo una raffica di critiche da parte dei media.