La politica americana sta diventando una battaglia fra ex sindaci di New York: da una parte Rudy Giuliani, impegnato a difendere Trump fino all’ultimo, dall’altra Michael Bloomberg, che potrebbe avere il compito di suonargliele alle presidenziali del prossimo anno.
È il “Financial Times” a rivelare la mossa a sorpresa dei Dem, alle prese con 16 candidati considerati troppo deboli per poter pensare di farcela. I tre più accreditati segnano il passo: Biden, anche se di sponda, è finito nel tritacarne dell’Ucrainagate, Elizabeth Warren è quella che va meglio, ma alla fine le sue proposte su tasse e sanità potrebbero pesare sulle urne, e Bernie Sanders questa volta non sembra decollare. L’allarme arriva anche perché secondo recenti sondaggi, malgrado la pioggia di accuse, Trump potrebbe strappare il secondo mandato, anche se con margini che si fanno via via più risicati.
Bloomberg, 77 anni, miliardario bostoniano a capo della multinazionale che porta il suo nome, dal 2001 sindaco di New York per tre mandati, starebbe seriamente meditando la mossa, e in gran segreto preparerebbe la documentazione necessaria per presentarsi come candidato in Alabama, dove il voto è previsto il 3 marzo prossimo.
Sul fronte dell’impeachment, l’aria inizia a farsi bollente: la Camera ha spiccato un mandato di comparizione ufficiale nei confronti di Mick Mulvaney, capo dello staff presidenziale. E a corredo di una situazione sempre più infuocata, arriva nelle librerie “A Warning”, un libro scritto da un anonimo funzionario della Casa Bianca che racconta le vicende di un presidente “crudele, inetto e pericoloso” al punto che lo scorso anno un gruppo di alti funzionari della White House aveva progettato un licenziamento di massa per aprire gli occhi al paese su quello che Trump stava facendo. Dopo lunghe riunioni e con il timore di destabilizzare la più grande potenza mondiale e il resto del pianeta, si convinsero uno dopo l’altro a desistere.