Taisha D. Smith DeJoseph, 43 anni, di Willingboro, New Jersey, era conosciuta per essere una donna pia e caritatevole, che aveva scelto di dedicare il suo tempo libero tenendo in ordine la finanze della “St. Paul’s Baptist Church”, la chiesa che frequentava da quando era bambina. Ce ne fossero di persone come lei, dicevano i vicini.
Ma qualcosa, nei conti della chiesa, non tornavano da un pezzo. “L’indagine ha preso il via quando i funzionari della St. Paul’s Baptist Church hanno presentato una denuncia contro ignoti sospettando un furto - ha commentato il procuratore della contea di Burlingont, Scott Coffina - da lì, è bastato molto poco perché si arrivasse alla verità: per cinque anni, Taisha Smith-DeJoseph, responsabile della supervisione delle finanze della chiesa, ha aperto conti bancari e usato i fondi della chiesa per scopi personali, falsificando i rendiconti finanziari per nascondere le tracce degli ammanchi”. Non contenta, la donna ha anche evitato di presentare le dichiarazioni dei redditi per il 2014, 2015, 2016 e 2018, ancora una volta nel tentativo di nascondere al governo denaro che non avrebbe saputo giustificare.
Si parla di 2.718 acquisti pagati attraverso “PayPal” e 805 su “Amazon”, più 181 assegni emessi, per un totale di 561.777 dollari. Per cinque anni, Taisha non si è fatta mancare nulla: auto, televisioni, bollette del cellulare, abiti, ristoranti, centri benessere e persino il suo matrimonio.
Taisha Smith-DeJoseph è stata accusata di furto, attività criminale informatica e uso improprio di beni affidati, più altre quattro accuse per mancato pagamento dell’imposta sul reddito personale, mancato pagamento e dichiarazione dei redditi fraudolenta.
Quando gli è stato chiesto come tutto questo sia potuto accadere, Fred Jackson, pastore della chiesa battista di St. Paul, ha allargato le braccia: “Riponiamo piena fiducia nelle persone e a volte è sbagliato. È un episodio molto doloroso per l’intera congregazione”.