Malgrado le promesse, neanche questa volta, dopo le recenti stragi, i politici americani sembrano intenzionati a cambiare le regole sul possesso delle armi. Lo aveva detto a denti stretti il presidente Trump, che commentando i fatti di sangue di El Paso e Dayton aveva annunciato la “discussione su alcune misure per fermare le stragi”.
In compenso, “Walmart”, colosso della grande distribuzione con 11.718 punti vendita in 28 paesi diversi ma diffuso in maniera capillare soprattutto negli Stati Uniti, ha scelto di fare da solo, togliendo dai propri scaffali munizioni per pistole e fucili d’assalto a canna corta, limitandosi a vendere solo quelle cartucce da caccia. La decisione è stata ufficializzata da Doug McMillon, CEO del colosso americano, che in una nota ai dipendenti inviata dopo le stragi in Texas e Ohio ha ribadito “Abbiamo ascoltato molte persone, dentro e fuori l’azienda, per capire il ruolo che possiamo avere nell’aiutare questo paese ad essere più sicuro. Ed è chiaro che la situazione è diventata inaccettabile”. Al termine del comunicato, anche l’intenzione farsi promotore di una lettera da inviare alla Casa Bianca per sollecitare soluzioni sul controllo delle armi da fuoco.
Walmart, aggiunge il dirigente, non permetterà più ai propri clienti di entrare nei supermercati armati, anche se la legge “open carry” di alcuni Stati lo consente. Una scelta seguita poche ore dopo da “Kroger”, un’altra grande catena di ipermercati, supermercati e grandi magazzini degli Stati Uniti, secondo solo a Walmart con 2.764 negozi in 35 Statiche lo scorso anno aveva eliminato dai propri scaffali armi e munizioni. Anche in questo caso, divieto di ingresso con armi da fuoco.