È un triste corteo funebre quello che il 19 novembre 1888 accompagna Mary Jane Kelly (soprannominata Ginger per il rosso dei suoi capelli) al cimitero cattolico di San Patrizio a Leytonstone, nei pressi di Londra. Le cronache del tempo raccontano di migliaia di persone lungo le strade per dire addio alla giovane, morta a soli 25 anni, quinta vittima di Jack lo squartatore. L’anonimo cronista riporta che molti piangono e sono numerosi quelli che al passaggio del feretro mormorano “Dio la perdoni”. In realtà la povera Mary Jane ha ben poco da farsi perdonare a parte il fatto - per la morale puritana dell’epoca - di essere una prostituta. La donna si prostituisce nei sobborghi di Londra, nel quartiere Whitechapel, e vive in estrema povertà. Secondo alcuni rapporti del Metropolitan Police Service (la cui sede è a Scotland Yard, da cui il nome con cui è diventato famoso il corpo di polizia di Londra) è alta 1 metro e 70 centimetri, ha capelli rossicci e grandi occhi azzurri. Dopo la sua morte sono molti i giornalisti che la descrivono decisamente attraente.
La tragedia di Mary Jane si svolge dieci giorni prima, nella notte tra l’8 e il 9 novembre. Tra le 19:30 e le 19:45 riceve la visita di Joseph Barnett, un uomo che ha vissuto con lei per alcuni mesi e che continua a vederla. L’uomo lascia la sua stanza meno di un quarto d’ora più tardi e va a giocare a carte fin dopo la mezzanotte.
Mary Jane trascorre il resto della serata con un paio di amiche, Lizzie Albrook e Maria Harvey, e più tardi un’altra prostituta - Mary Ann Cox - dichiara di averla vista mentre tornava a casa in compagnia di un uomo, poco prima della mezzanotte. Cox durante le indagini testimonia di averle augurato la buonanotte e di averla sentita cantare, anche più tardi quando torna a cercare clienti dopo la mezzanotte.
Catherine Picket è una vicina di casa che rivela agli inquirenti di essere stata disturbata dal continuo cantare di Mary: a mezzanotte e mezzo vorrebbe andare a chiederle di smettere, ma il marito la convince a lasciar perdere. Verso l’una comincia a piovere e Mary Ann Cox torna a casa per prendere un ombrello e passando sotto l’appartamento di Mary la sente ancora cantare. Verso le 2:30 il passante George Hutchinson incontra Mary Jane che gli chiede del denaro per pagare l’affitto della stanza. Più tardi la vede allontanarsi in compagnia di un uomo ben vestito, basso e con folti baffi biondi. Hutchinson dichiara agli inquirenti di averli seguiti (senza fornire nessuna motivazione del perché) e di averli ascoltati parlare fuori dalla porta di un fazzoletto perso dalla donna.
La testimonianza cronologicamente successiva è nuovamente di Mary Cox che dichiara di essere tornata a casa alle 3 e di non aver sentito alcun rumore dalla camera di Mary Jane, le cui luci sono spente. Non riuscendo a prendere sonno sente persone entrare e uscire dal cortile per tutta la notte, fin quasi verso le 6. Infine, Elizabeth Prather e Sara Lewis – due vicine che abitano nell’appartamento di fianco a quello di Mary Jane – dichiarano di aver udito una flebile esclamazione (“Murder!”) alle 4 ma di aver continuato a dormire senza eccessive preoccupazioni.
La mattina del 9 novembre il padrone di casa della Kelly, John McCarthy, manda il suo assistente Thomas Bowyer a riscuotere l’affitto: Mary Jane è in ritardo con il pagamento di diverse settimane. Bowyer bussa ma non ottiene risposta e quindi entra nell’appartamento passando da una finestra sul retro, il cui vetro è rotto in seguito a un precedente litigio tra Mary Jane e l’ex convivente Barnett: sono 10:45 e il corpo della donna giace supino nel letto.
La gola è squarciata, il viso mutilato fino al mento tanto da renderla irriconoscibile, le orecchie asportate e poggiate sul comodino insieme con lo stomaco e i polmoni. Le sue viscere sono ritrovate in varie parti della stanza: utero e reni con un seno sotto la testa, l’altro seno sotto il piede destro, il fegato tra i piedi, l’intestino alla destra del corpo, la milza alla sinistra. I lembi di pelle a carne rimossi dall’addome e dalle cosce sono su un tavolo. Un’altra parte degli intestini arrotolata intorno alle mani. La vagina di Mary Jane è asportata dal pube con estrema violenza e buttata ai piedi del letto. La cassa toracica è aperta e il cuore – che non sarà mai ritrovato – asportato con estrema perizia. L’ora presunta dell’omicidio è stabilita alle 4.
Sono il sergente Edward Badham e l’ispettore Walter Beck i primi inquirenti a recarsi sul luogo del delitto e a presupporre che si tratti del quinto omicidio di Jack lo squartatore. Nei giorni seguenti il corpo di Mary Jane Kelly viene esaminato dai dottori Thomas Bond e George Bagster Phillips: il loro certificato di morte è registrato il 17 novembre.
In quei giorni tutti i quotidiani riportano dettagli sulla vita della donna uccisa, anche se il suo passato non è del tutto documentabile. Sarebbe nata a Limerick, in Irlanda, nel 1863 ma – ancora bambina – si sarebbe trasferita con i genitori, i sette fratelli e l’unica sorella in Galles dove il padre svolgeva l’attività di fabbro. Nel 1879 Mary Jane sposa un minatore che sarebbe morto nel 1882 per un’esplosione in miniera. Dal 1882 al 1884 la donna è ospite di un cugino a Cardiff, dove sembra inizi a prostituirsi. Arriva a Londra nel 1884 dopo un breve soggiorno in Francia.
Nell’aprile 1887 conosce Barnett e va a vivere con lui ma continua a prostituirsi per arrotondare le scarse entrate dell’uomo.
Una vita di stenti e anonima, fino alla fatidica sera dell’8 novembre 1888 in cui Mary Jane Kelly entra sua malgrado nella storia incontrando Jack lo squartatore, di cui diventa l’ultima vittima a lui attribuita, con l’omicidio più efferato tra quelli commessi dal serial killer. A patto che sia stato davvero l’anonimo e inafferrabile assassino e non un suo emulatore. Quasi certamente non sarà mai possibile conoscere la verità sulla misera sorte della povera Mary Jane.