Joao Miguel Alves ha 19 mesi ed è costretto in un letto d’ospedale per una rara malattia neuromuscolare degenerativa che i medici stanno tentando di curare con una cura costosissima, non disponibile nel sistema sanitario nazionale del Brasile. Si tratta dello “Spinraza” – conosciuto anche come “Nusinersen” - l’unico farmaco che attualmente ha dimostrato di essere efficace contro il male del piccolo Joao. Perché il bimbo possa affrontare i sei cicli di cura, da somministrare vicino al midollo spinale, la famiglia è riuscita a fare leva su amici, conoscenti e appelli crowdfunding per raccogliere attraverso donazioni migliaia di Real, la moneta brasiliana.
Una cifra che ha fatto gola a Mateus Alves, 37 anni, disoccupato, il papà di Joao Miguel, che non ha esitato a svuotare il conto corrente per concedersi qualche settimana da nababbo. È stato arrestato dalla polizia sulla spiaggia di Salvador, dopo un mese di bagordi in cui ha dilapidato la somma – per sua stessa ammissione – in alcol, droga e prostitute. Secondo gli inquirenti, Mateus meditava di aprire un bordello con l’aiuto di una donna accusata di complicità: 50mila reais (circa 12mila euro) li ha immolati per diventare comproprietario di un locale, occupandosi di portare a Salvador delle donne reclutate a Belo Horizonte. Nella suite del lussuoso hotel in cui soggiornava, la polizia ha trovato abiti firmati, orologi preziosi, droga e denaro contante.
A sporgere denuncia è stata la moglie Karine, che ha trovato totalmente vuoti quattro conti di risparmio aperti per gestire i proventi delle donazioni.