Giovedì scorso, un’addetta alle pulizie dell’hotel della Calle Altadena di Città del Messico entra in una stanza convinta che sia vuota: in bagno trova il corpo senza vita di Fatimih Dávila Sosa, 31 anni, ex Miss Uruguay. È stata la polizia a dare la notizia solo in queste ore, aggiungendo che Fatimih è stata ritrovata impiccata alla doccia e che sul caso si stanno seguendo almeno tre piste diverse: la prima per suicidio, la seconda per femminicidio e la terza per un omicidio nell’ambito di un giro di prostituzione Vip.
A gettare un’ombra di mistero sulla morte della modella sarebbero “le condizioni in cui stato trovato il corpo, che suggeriscono una fine violenta”, ha aggiunto un portavoce della polizia. Sarà l’autopsia, il cui esito è atteso nelle prossime ore, a dare le prime risposte: la famiglia attende la restituzione del corpo per poter fissare i funerali.
Fatimih Dávila Sosa era nata a Punta del Este il 1° febbraio del 1988. La sua biografia racconta che aveva iniziato a calcare le passerelle da adolescente, partecipando a diversi concorsi di bellezza che le hanno permesso di concorrere per il titolo di “Miss Universo Uruguay”, vinto nel 2006, appena maggiorenne. Da quel momento, dopo aver partecipato a “Miss Continente Americano”, “Miss Model of the World” e “Reina Sudamericana”, senza però riuscire a superare le fasi preliminari, Fatimih alternava la carriera di modella con quella di attrice, partecipando in ruoli secondari ad alcune serie tv di successo. Un’esperienza che le accende il desiderio di studiare recitazione e la porta a trasferirsi in Cile.
Qualche tempo dopo il suo nome era finito in un caso di escort di lusso gestito dall’uomo d’affari argentino Leandro Santos: una vicenda nel 2012 raccontata nel libro “Broken dreams: the hidden pilot plot of modelling, football and television”, in cui si racconta nei dettagli la losca figura di uno degli uomini chiave su cui ruotava la vicenda, José Miguel Acosta, meglio conosciuto come “il negro”, una sorta di reclutatore che convinceva giovani ragazze a dedicare un periodo della loro vita alla prostituzione per lanciare le carriere nel mondo dello spettacolo. In un’intercettazione telefonica, Fatimih chiedeva l’opportunità di “entrare in un giro che conta per lanciare la propria carriera”. Una richiesta che ha acceso la fantasia di Leandro Santos e Pablo Betancur, un procuratore calcistico, sicuri di aver messo le mani su una donna che in certi giri può valere oro. Il processo che ha sgominato il racket di escort di lusso si è concluso nel 2012 con la condanna di Santos e Betancur, considerati i responsabili dell’organizzazione.
Fatimih Dávila Sosa era arrivata in città il 23 aprile scorso e su consiglio di un’amica si era sistemata nell’hotel in cui è stata ritrovata morta la mattina del 2 maggio. In uno dei suoi ultimi post, raccontava di aver firmato un contratto di lavoro come modella in Messico.