Roberto Antonio Argueta era uno degli ambientalisti più conosciuti dell’Honduras: da anni, si opponeva alla costruzione di una diga sul fiume Guapinol che minacciava la sopravvivenza della comunità del dipartimento di Colón. Una presenza scomoda e una spina nel fianco che qualcuno ha deciso di eliminare: l’uomo, 45 anni, è stato trovato senza vita, ucciso a colpi d’arma da fuoco a poca distanza dall’ospedale San Isidro di Tocoa.
Le proteste erano iniziate nell’agosto dello scorso anno, quando i residenti delle comunità hanno allestito un campo per protestare contro le attività della società “Inversiones Los Pinares” che stava lavorando all’apertura di una strada all’interno del Parco Nazionale della Montaña de Botaderos, dove sono attive due società minerarie, i cui lavori di scavo passano a circa 20 metri dal fiume Guapinol. Secondo gli abitanti del villaggio, il trascinamento dei sedimenti dall’apertura della strada ha fatto sì che gli impianti di acqua potabile si riempissero di fango. I residenti di 13 comunità si erano uniti alla protesta perché la miniera si trova nella zona dove nasce il fiume San Pedro, che fornisce loro l’acqua. Secondo i cittadini, si tratta di un’autorizzazione illegale presa in un’area protetta, dove intere popolazioni trovano l’acqua necessaria alla sopravvivenza.
Qualche giorno dopo l’inizio delle proteste, il 7 settembre 2018, una persona era stata ferita da un gruppo di guardie al soldo dalla compagnia “Inversiones Los Pinares”, mentre il 27 ottobre, 1.500 fra militari e poliziotti hanno fatto una violenta irruzione nel campo epicentro della protesta.
Il 21 febbraio scorso, una ventina di abitanti della zona sono comparsi volontariamente davanti al tribunale di La Ceiba per rispondere di un mandato di arresto per presunti crimini e danni causati alla società “Inversiones Los Pinares”. Ma davanti alla corte, hanno scoperto l’esistenza di una seconda richiesta di arresto, questa volta con l’accusa di incendio doloso, rapina e associazione a delinquere. Di fronte a questa situazione, gli avvocati della difesa hanno presentato ricorso contro il giudice di La Ceiba e la causa è stata trasferita a Tegucigalpa. Ma la situazione non è cambiata: anche il giudice di Tegucigalpa ne ha ordinato l’arresto immediato, presentando anche un provvedimento di archiviazione definitiva per i reati di usurpazione e risarcimento danni contro la società “Inversiones los Pinares”.