Le ultime immagini di Fátima, una bambina di 7 anni di Città del Messico, le ha riprese una telecamera di sorveglianza: una donna, la cui identità è ancora sconosciuta, l’ha prelevata all’uscita da scuola. Più tardi, quel giorno, la madre è andata a prendere la figlia, scoprendo che era scomparsa: dopo averla cercata freneticamente fra amici e parenti, il giorno dopo ha denunciato la sua scomparsa.
La polizia ha attivato le ricerche, ma era troppo tardi: il corpo senza vita di Fátima è stato trovato in un sacco di plastica.
Un caso che ha scioccato il Messico, scatenando una nuova di proteste e accuse politiche per omicidi sempre più efferati che non risparmiano nessuno. Migliaia di persone si sono riversate in strada per chiedere maggiori controlli, presenza delle forze dell’ordine sulle strade e pene più aspre per chi si macchia di delitti.
Secondo Ulises Lara López, portavoce dell’ufficio del procuratore generale, il corpo di Fátima è stato scoperto a Tláhuac, un comune nel sud di Città del Messico, lo scorso fine settimana: prima di essere uccisa è stata violentata e picchiata brutalmente. Il caso domina da giorni i titoli dei media locali, anche perché arriva a pochi giorni di distanza da un altro brutale omicidio, quello della venticinquenne Ingrid Escamilla, scuoiata e mutilata dal suo partner al culmine di un litigio.
Secondo il procuratore generale del Messico Alejandro Gertz, negli ultimi cinque anni i femminicidi sono aumentati del 137%: nel 2019 ne sono stati denunciati 1.006, rispetto ai 912 dell’anno precedente. Ma sono cifre che illustrano solo una parte del problema: secondo le autorità e gli attivisti, ogni giorno in Messico vengono uccise 10 donne, e non tutti i casi sono classificati come femminicidio. Una recrudescenza che il presidente Andrés Manuel López Obrador ha descritto come una “piaga sociale”. In una conferenza stampa, ha attribuito l’aumento dei femminicidi in parte ad una società in “caduta libera, in un progressivo degrado che ha a che fare con il modello neoliberale”, affermando che si tratta di crimini sono stati causati dall’odio, da “problemi sociali e familiari”.
A fomentare la rabbia della piazza i familiari di Fátima, che accusano le forze dell’ordine di aver sprecato le prime preziose ore dopo la scomparsa della figlia. Sonia López, la zia della bambina, ha tuonato: “Non è possibile che abbiano perso ore fondamentali prima di iniziare le ricerche. Avrebbero potuto trovarla viva ma nessuno ci ha prestato attenzione”.
Un veicolo bianco avvistato nella zona ha attirato l’attenzione degli investigatori, che avrebbero interrogato almeno cinque testimoni perquisendo a fondo anche un appartamento nel quartiere di Xochimilco.
L’ufficio del Procuratore generale di Città del Messico ha offerto una ricompensa di 2 milioni di pesos (107mila dollari) in cambio di qualsiasi informazione: la speranza è di individuare la donna che compare nelle immagini della videosorveglianza: è lei la chiave dell’indagine.
“Chiediamo a tutti di aiutarci nella diffusione dell’immagine della donna: è un passaggio fondamentale per arrivare alla verità sulla morte di Fátima. Voglio esprimere alla madre e al padre di Fátima, ai suoi fratelli e a ciascuno dei suoi parenti le mie più sentite condoglianze, e assicurare che non ci fermeremo finché non troveremo tutti i colpevoli”.