Sono le piazze, i luoghi dove si gioca il futuro del Venezuela: i cittadini, la gente normale, è scesa in piazza per protestare contro la mancanza d’acqua e l’annunciato piano di razionamento per 30 giorni. Danni collaterali, provocati dai blackout che la scorsa settimana hanno messo in ginocchio il paese. Ma Diosdado Cabello, vicepresidente del Partito Socialista Unito per il Venezuela, fedelissimo di Nicolas Maduro, ha annunciato in una conferenza stampa che il prossimo 6 marzo è stata indetta una mobilitazione generale in tutto il paese per “difendere la sovranità contro l’imperialismo”. Lo stesso giorno, Juan Guaidò, il leader dell’opposizione autoproclamatosi presidente ad interim, ha indetto l’operazione “Libertad” che, a quanto si annuncia, potrebbe puntare verso il palazzo presidenziale di Miraflores.