È stata un’amica ad avvisare attraverso Facebook della scomparsa improvvisa di Carmelo Mario Calabrese, 69 anni, residente in Brasile. Era un amante dei viaggi e delle escursioni, ma quando stava per partire era sua abitudine avvisare tutti, ma da giorni era scomparso, senza più dare notizie.
A scoprire la fine dell’italiano è stato un pescatore, che ha scorto il corpo di un uomo affiorare dalle acque del rio Tibiri. Secondo quanto trapelato dai rilievi dell’Instituto Médico Legal, Calabrese sarebbe morto in modo orribile, massacrato con almeno 15 colpi di machete e quasi decapitato dalla violenza dei fendenti. La polizia, al momento, propende per un tentativo di rapina finito male: la casa in cui viveva l’italiano, ex sottufficiale dell’Aeronautica in pensione, da 25 anni in Brasile, era totalmente a soqquadro, con abiti e oggetti sparsi. La scientifica ha anche individuato tracce di sangue che portavano dal bagno al garage, da dove è scomparsa l’auto di Calabrese, probabilmente utilizzata dai killer per trasportare il corpo dello sventurato pensionato italiano e gettarlo nel fiume. Sulla porta non ci sarebbero segni di scasso, che potrebbe far pensare a qualcuno conosciuto dalla vittima. “L’abitazione del signor Calabrese era in disordine, come se qualcuno stesse cercando qualcosa. È sempre più probabile la pista della rapina, tuttavia al momento non ci sentiamo di escludere altre ipotesi che saranno attentamente vagliate dalla squadra omicidi”, ha commentato il portavoce della polizia Jeffrey Furtado.
Originario di Artena, in provincia di Roma, dove vivono i suoi due figli, che hanno appreso la notizia dall’ambasciatore, Carmelo Mario Calabrese viveva da lungo tempo a São Luís de Maranhao, città nel nord del paese, ma aveva da poco confidato ad alcuni vicini di voler vendere casa e trasferirsi da altre parti perché considerava la zona troppo violenta: era già stato rapinato tre volte.