Salvatore Stefano, 35 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Città del Messico, mentre cenava in compagnia di due amici in un ristorante della capitale, il “Bella Donna”, in Rio Panuco 116. Secondo quanto si apprende, l’uomo avrebbe tentato di opporsi agli assalitori, che prima di darsi alla fuga su una moto di grossa cilindrata l’avrebbe colpito più volte. All’arrivo dei soccorsi l’italiano era ancora in vita, ma è morto poco dopo, durante il trasferimento in ospedale.
Un testimone oculare ha raccontato ai media locali che poco prima della sparatoria avrebbe sentito imprecazioni in lingua italiana, un’affermazione se confermata lascerebbe intendere che il gruppo di fuoco e Salvatore Stefano si conoscessero, aprendo alle ipotesi investigative anche un omicidio su commissione partito dall’Italia. La polizia ha dichiarato comunque di non voler tralasciare nessuna pista, compresa quella della vendetta per una truffa: pare che Stefano vendesse in Messico macchinari di fabbricazione cinese spacciandoli per prodotti tedeschi.
Una vicenda che ricorda da vicino quella di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo, scomparsi nel nulla oltre un anno fa pare per via del loro lavoro di import-export di macchinari.